DALLA
SALA STAMPA:
PORTA
IL NOME DI DOMINGUEZ LA SOSPRESA SPAGNOLA DEL CRONOPROLOGO
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Juan
Carlos Dominguez mentre
pennella a regola d'arte una delle curve del cronoprologo Photo
Bettini |
di Andrea Magnani
Groningen,
11 maggio 2002 - La
sorpresa spagnola al cronoprologo di avvio dell'85° Giro d'Italia, ribattezzato
EuroGiro, porta il nome di Juan Carlos Dominguez.
In realtà il trentaduenne atleta, passato alla formazione elvetica Phonak,
non è nuovo a queste imprese al cardiopalmo. Questa è infatti la
seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta, "guarda un po", nella
cronometro della Settimana Catalana. Il grande sconfitto è il belga
Rik Verbrugghe che l'anno scorso vestì per primo la maglia rosa
e quest'anno aveva programmato un suo esordio a Groningen con l'obiettivo di rivestire
il colore del primato e di portarlo fino in Italia.
La lotta sul filo del rasoio, con le curve pennellate con cattiveria e precisione
maniacale, nei tortuosi ed umidi sei chilometri di pavé della cittadina
olandese, capitale europea dello zucchero, l'ha segnata la dea fortuna, che ha
dato allo spagnolo l'onore della gloria, sotto forma di un modesto ma preziosissimo
secondo di vantaggio, equivalente ad una traiettoria più precisa o ad una
"staccata" senza sbandata.
Lo
spagnolo ha segnato il tempo di 8'12" ad una media 47,560 km/h, contro quello
del belga della Lotto, di 8'13". Terzo a 4" Paolo Savoldelli;
anche per lui un pizzico di fortuna in più ("Ho sbagliato una curva,
una sola" ammetterà amareggiato al termine della prova) e poteva essere
una notte in rosa per il portacolori della Index Alexia.
Ma fra i promossi al primo esame, risultano anche Davide Rebellin, sesto
a 10", l'olandese Boogerd, ottavo a 13" , Stefano Garzelli,
ventiquattresimo a 19" e Casagrande, trentunesimo a 21" che ha
affrontato con prudenza le numerose curve del prologo. Il capitano della Fassa
Bortolo, forte dell'amara esperienza del 2001, quando dovette abbandonare le sue
mire di vittoria, già nella 2ª tappa, per una frattura al polso, ha
avuto quest'oggi un segno premonitore dallo sfortunato compagno di squadra Stangelj
che è stato costretto per una caduta a terminare anzitempo il suo Giro.
E' durato appena 4.300 metri il Giro d'Italia di Gorazd Stangelj. Lo sloveno
della Fassa Bortolo è infatti caduto a poco più di due chilometri
dal traguardo del cronoprologo, scivolato su un tombino mentre affrontava una
curva a sinistra. Stangelj rialzatosi, ha terminato la prova, ma poi il
medico della corsa lo ha ricoverato in ospedale dove gli sono state diagnosticate,
la frattura della clavicola sinistra e un modesto trauma cranico.
La
cabala del Giro, non ha giocato bene invece per Dario Frigo giunto ventottesimo
con il tempo di 8'32", al fenomeno in tuta zebrata Cipollini, giunto
con un ritardo di 15" a causa di una foratura, a Ivan Gotti che ha
perso una decina di secondi per allacciare il casco che un giudice gli ha intimato
di indossare all'ultimo momento ed infine a Pellizzotti costretto a cambiare
bici al termine della rampa di lancio, a causa delle appendici allentatesi sul
manubrio.
Infine
spendiamo due parole per il Pirata: Pantani termina la prova 163°
a 46" regalando già una trentina di secondi a quelli che potrebbero
ancora essere i suoi avversari più diretti. Ci auguriamo che il romagnolo
ami ancora passeggiare nei quartieri alti della classifica e che questa modesta
prestazione sia in linea con le passate partenze al rallentatore, degne del miglior
Pantani.
"Scusa
un secondo, Rik
"
Lo spagnolo Juan Carlos Dominguez soffia la prima
maglia rosa al belga Verbrugghe
Cipo show: il Re Leone si tramuta
in Tigre malese
di Michele Lugeri
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Dominguez
e Verbrugghe |
Roma,
11/05/2002 - Sorpresa
ma non troppo, la sagoma biancoverde Phonak di Dominguez piomba come un
fulmine sotto il cielo plumbeo di Groningen incenerendo le speranze - fondate
- di un bis del rosso volante, di quel Rik Verbrugghe che lo scorso anno
volò vento in poppa a dominare il cronoprologo di Pescara.
Sorpresa
ma non troppo, la sagoma rossonera Lotto del vallone si sarebbe dimostrata la
più veloce nelle partenze a bruciapelo in due crono così diverse
tra loro: otto chilometri di un infinito rettilineo nel 2001; un budello di curve
e trabocchetti quest'oggi.
Così, presa sul lungomare e persa sui lungocanali,
la maglia rosa sarà difficilmente sulle spalle di Verbrugghe, quando
dopodomani il Giro arriverà a Liegi, a due passi da casa sua.
Forse
non tutti si aspettavano il successo di Dominguez, tanto che il marchio
Phonak non era stato neanche predisposto per la "serigrafia volante"
per battezzare sul podio la prima maglia rosa, grave mancanza sotto il profilo
puramente sportivo ribadita anche dall'eccellente quarto posto dell'austriaco
Buxhofer, a lungo in testa.
Con questo inizio promettente della squadra
svizzera non ci resta che attendere il nostro Strazzer, chiamato a difendere
ben due maglie, azzurra e ciclamino.
Merito dunque a Juan Carlos Dominguez,
più veloce di tutti lungo sei chilometri e seicento metri che si sono snodati
insidiosi come un serpente, per i più sfortunati, o come uno slalom per
i più funamboli.
Hanno sicuramente pagato i cronomen dotati più
sul passo e sul mantenimento delle velocità elevate, come Gonchar,
mentre i velocisti o comunque gli scattisti più agili e coraggiosi sono
naturalmente emersi.
Tra questi nomi con soddisfazione riappare quello del
"Falco": Paolo Savoldelli era sparito dalla ribalta proprio dopo
aver limato gli angoli dei vicoli di Roma nel prologo del 2000, con la sola apparizione
sul Mottarone nel Giro di Simoni.
Il "Falco" chiude ottimo terzo
proprio grazie alla sua abile guida e grande capacità di dominare la bicicletta.
Molto bene anche Davide Rebellin: di solito non è spericolato, ma
oggi ha azzeccato le traiettorie giuste. La maglia rosa è nel mirino già
a Liegi, in un arrivo che gli è sempre sfuggito di un soffio.
Miglior
olandese Michael Boogerd: trascinato dal tifo dei suoi connazionali ha
chiuso all'ottavo posto.
Tanti nomi illustri hanno invece subito il percorso:
tra i favoriti ne ha fatto le spese l'americano Tyler Hamilton che si è
infilato sotto una transenna, perdendo secondi decisivi. Ripartito come una furia,
il biancorosso CSC-Tiscali non è stato più in grado di compiere
il miracolo.
Decisamente più sfortunato lo sloveno Goradz Stangelj,
corridore di casa Fassa-Bortolo: cade, riparte e arriva al traguardo. Con la clavicola
fratturata. Giro finito.
Rischia brutto anche la giovane speranza Pellizotti:
lo scalatore di Bibione rischia di trovarsi il manubrio in mano ancora sullo scivolo
di partenza. Dopo cinque metri deve già mettere piede a terra e cambiare
bici. Riuscirà comunque a contenere il ritardo: il suo carattere non gli
ha fatto perdere molto terreno.
Diversa è la sfortuna di Mario Cipollini:
la rabbia è quella di una maglia rosa persa per una foratura che ha afflosciato
il tubolare.
Mario protagonista: ha voluto stupire la ribalta europea sfoggiando
un completo tigrato. Il Re Leone si trasfigura ancora: lo scorso anno un uomo
"a nudo", quest'anno è una zebra, l'altro ieri in conferenza
stampa un leopardo, oggi tigre. Velocità, grazia, potenza. Preda o cacciatore,
Cipollini si vuole vestire di rapidità.
E come una tigre, il
velocista toscano si lancia nelle insidie del percorso alla caccia del successo.
Perché no? Se SuperMario vuole davvero inseguire il record di vittorie
di Binda - ancora sette tappe li dividono - perché non approfittare
anche di questo cronoprologo che ricorda una ripetuta e tortuosa volata?
Cipollini
aggredisce la strada e rasenta i cordoli disposti ad arte su marciapiedi e ponti.
Ma a metà percorso accade qualcosa: le curve non vengono più affrontate
con sicurezza e la potenza non può più esplodere sui pedali all'uscita
di ogni curva: chi va in bicicletta sa come si gela il sangue nel momento in cui
si sente perdere l'equilibrio e calare la velocità mentre una ruota si
sgonfia.
Così, più somigliante ad un pinguino che resta dritto
sulla bicicletta che ad un felino, Cipollini riesce a portare a termine
la prova, ma non nel modo vittorioso che avrebbe voluto.
I quindici secondi
di ritardo accumulati lo obbligano agli straordinari: per indossare la maglia
rosa servono, già da domani, due sprint: intergiro e tappa. Gli abbuoni
faranno il resto.
Forse è proprio Cipollini, con Verbrugghe,
ad essere il più deluso: tutti gli altri nomi di grido sanno attendere
con pazienza il loro momento.
Questi primi chilometri non fanno certo una
graduatoria attendibile tra i papabili per il successo finale, ma intanto annotiamo
che Savoldelli gode di sei secondi di vantaggio su Rebellin che
precede Garzelli, Frigo e Casagrande per un secondo l'uno
dietro l'altro.
Simoni, come logica vuole, paga un po' di più:
quindici secondi il suo ritardo dal vincitore del 2000.
La caccia alla maglia
rosa è aperta più che mai: domani l'assalto è per i velocisti
guidati da Mc Ewen; dopodomani toccherà ai finisseurs affondare
i loro colpi. E forse l'arrivo di Liegi saprà assestare le posizioni
in vista del ritorno in Italia, sulle alpi marittime.
L'EuroGiro
promette scintille. Intanto un bagno di folla ha impreziosito quest'apertura della
corsa. Il pubblico ha incastonato il percorso, tra canali e parchi della città
di Groningen, abbracciando tutti i partenti, nessuno escluso. Gli olandesi
sono tra gli appassionati più competenti in tutto il panorama del ciclismo
internazionale e non hanno mancato l'appuntamento.
Ai mondiali di ciclocross
del 2000, disputati presso Eindhoven, ci sono state trentacinquemila presenze.
Quest'inverno, a Zolder, i "cugini" fiamminghi hanno ricambiato
l'ospitalità con cinquantamila spettatori.
Oggi duecentomila tifosi,
appassionati, esperti, soprattutto ciclisti di tutti giorni e di ogni clima hanno
dichiarato il loro amore per il Giro d'Italia stupendo organizzatori e commentatori.
Sorpresa ma non troppo.
COMUNICATI
STAMPA DALLA CORSA
"Cipollini
sfortunato al prologo"
Groningen,
11 maggio 2002 - Tanta
sfortuna per Mario Cipollini nel prologo iniziale del Giro d'Italia.
A circa due km dalla conclusione, Re Leone ha bucato la ruota posteriore; per
questo motivo ha perso secondi preziosi nel finale di tappa. Potevo, dunque, chiudere
la prova con un ottimo tempo. "Sono molto amareggiato,
la condizione c'era e pensavo di fare bene" ha esordito Mario Cipollini.
"Potevo fare un buon tempo, ma purtroppo è andata storta".
Il
campione toscano ha comunque sorpreso gli appassionati delle due ruote - oggi
erano in tanti ad applaudirlo lungo le strade di Groningen con il body tigrato
da Re della giungla in sella a una bici colorata. E fa una promessa: "anche
questo body sarà venduto e il ricavato devoluto in beneficenza"
ha detto Mario Cipollini.
Intanto,
buona prestazione del giovane Michele Scarponi. Il marchigiano ha chiuso
la prova con 10" di ritardo da Garzelli, 9" da Bartoli,
9" da Frigo, 8" da Casagrande e rifila ben 5" a Gilberto
Simoni. Insomma, non male per un giovane neoprofessionista al suo primo Giro
d'Italia.
Cronoprologo Giro: Stangelj si frattura la clavicola
Lo
sloveno è caduto in una curva del cronoprologo e si è fratturato
la clavicola
Groningen,
11 maggio 2002 - Stangelj
oggi è caduto in una curva del Cronoprologo a Groningen e si è
rotto la clavicola sinistra. Lo sloveno soffre anche di un trauma cranico non
commotivo e di escoriazioni.
Il
problema ha spiegato dopo la corsa il nostro Dottore Roberto
Corsetti è che si è fratturato
allo stesso punto dove si era frattura il 5 agosto dellanno scorso in allenamento
la stessa clavicola.
Domani
mattina Gorazd tornerà a casa. In Slovenia farà una visita dallortopedico
che aveva già visto lanno scorso e si deciderà se fare unoperazione
di osteosintesi con applicazione di una placca metallica oppure no. La frattura
è comunque scomposta.
Alberto
Volpi ha
commentato così laccaduto: I nostri
corridori hanno fatto una bella cronometro però questa caduta ha rovinato
tutto. È un brutto colpo per noi, un uomo in meno sin dallinizio
della corsa su una corsa di tre settimane è tanto ma cercheremo di gestire
al meglio la corsa con 8 corridori.
Domani
prima tappa da Groninger a Munster, in Germania. 218 km senza grandi difficoltà.
GRONINGEN
(Olanda) 11 maggio 2002 - Subito
in evidenza i nostri corridori al cronoprologo di Groningen (Olanda) dell85°
Giro dItalia. Il migliore della Colnago Landbouwkrediet è risultato
il belga Marc Streel, quattordicesimo classificato a 15" dallo spagnolo
Juan Carlos Dominguez, prima maglia rosa del Giro. Yaroslav Popovych,
è andato meglio di quanto si aspettasse. Lucraino ha accusato un
ritardo di 39" dalliberico della Phonak, facendo addirittura meglio
di Pantani e Tonkov, e soltanto 5" in più di Simoni.
Meglio di Popovych è andato Lorenzo Bernucci, che ha concesso
al vincitore di giornata uno scarto di 23", rappresentando pure una bella
sorpresa per come ha corso contro il tempo. Il giovane spezzino, alla fine ha
concesso solo 4" a Garzelli, 3" a Frigo e 2" a Casagrande.
Superbo.