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Presentazione  Tour 2002

 

 
   
  
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IL GRAN FINALE DEL GIRO D'ITALIA: CIPOLLINI FA IL POKER ED ONORA LA 'ROSA' DI SIMONI .....
La locandina di
Concetto Pozzati:
La tribù del Giro
Michele Lugeri
PRESS
Michele Lugeri
Andrea Magnani
Michele Lugeri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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12/05 Domenica - 1ª tappa GRONINGEN - MÜNSTER Km 215

INTERGIRO: Emsdetten, Km 159
RIFORNIMENTO: Bramsche n.70 (Km 123-126)

IL PERCORSO

E' una tappa interamente piatta. Dopo 66 km, sconfina in Germania per arrivare a MÜNSTER ed affrontare il circuito cittadino da inanellare tre volte. Fondo stradale ottimo con agevoli larghezze. Il circuito finale presenta alcuni tratti con pavimentazione in porfido. Presenza d'aiuole spartitraffico e rotatorie. Traguardo Intergiro posto dopo 159 Km a Emstedden.

Arrivo: Hindenburgplatz ore 17,30 circa

ULTIMI 5 CHILOMETRI

Interamente pianeggianti, corrispondono all'ultimo giro del circuito di MÜNSTER, con serie di curve ed alcuni tratti in porfido. Lunghezza rettilineo d'arrivo mt. 290, larghezza mt. 9.

www.bettiniphoto.com

Photo Bettini

MARIO CIPOLLINI MAGLIA ROSA
domina con sapienza intergiro e arrivo: due sprint per il primato

di Michele Lugeri

Roma, 12/05/2002 - Sembra l'arca di Noè, questo EuroGiro. Re Leone, Zebra e Tigre oggi vince davanti ai "Canguri" Brown e Mc Ewen e il biker Evans sul traguardo tedesco di Munster al termine di una tappa di 226 km corsa sotto un milione di occhi.
Ieri duecentomila spettatori si sono assiepati lungo i canali di Groningen. Oggi più del doppio hanno festeggiato i girini che hanno dato l'arrivederci all'Olanda per entrare in Germania.
Un tripudio di bandiere, tricolori italiani e di casa, bandierine, bande musicali, burger in abiti tradizionali, biciclette trainanti carrozzine piene di bimbi.
Sono tanti, troppi, gli scettici che si chiedono quale sia il sapore di un Giro d'Italia all'estero.
Il sapore è quello della festa, della gioia, della passione verso il ciclismo e la risposta è quella data dalla folla infinita che ha salutato i corridori per ogni metro percorso. Vengano, gli scettici, a vedere il Giro quando arriverà in Italia. La sfida è lanciata: saremo capaci sulle nostre strade di rispondere all'eccitazione dei tifosi europei? Accettiamo il confronto e riversiamoci sulle strade, tra pochi giorni il Giro sarà da noi.
Ciò che colpisce di più è proprio lo stupore e il piacere degli olandesi e dei tedeschi nell'ammirare la corsa rosa. E se c'è qualcosa che risalta prepotentemente è proprio il carattere italiano della corsa: l'organizzazione, la presenza della Rai, degli sponsor, dei marchi illustri dei nostri costruttori di biciclette. I nostri corridori.
E, come voleva il canovaccio scaturito dal cronoprologo, il più rappresentativo nel mondo dei nostri corridori ha regalato due lampi illuminando il Giro.
Mario Cipollini è maglia rosa, col sogno di poterla portare in patria. Ed è un sogno realizzabile.
I quindici secondi di ritardo accumulati ieri da Re Leone dallo spagnolo Dominguez, grazie al tubolare forato, hanno obbligato il team Acqua e Sapone a lanciare il loro capitano prima sul traguardo volante dell'intergiro - vinto davanti a Petacchi - e poi sulla riga d'arrivo al termine di tre drammatici giri del circuito finale di Munster.

E' di scena l'ultimo giro: tremilacinquecento metri al termine. Gli sfidanti di Cipollini si sono già toccati sui fianchi, hanno sporto le mani per tenersi in equilibrio, si sono anche presi a spallate più volte.
Le pedivelle scintillano sulle ringhiere, il gruppo si allunga e ricompatta ad ogni curva come un elastico impazzito, quasi frustato dalle urla della folla.
Bisogna stare davanti. Tutti. Chi per la volata per sé, chi per pilotare il proprio sprinter, chi per difendere il suo capitano.
Caduta. Lo schianto è terribile. Il gruppo si divide inesorabilmente. Doloranti e imprecanti rabbia e santi si rialzano con difficoltà Giordani, Smirnov, Konychev, Sacchi.
Resta a terra Michele Bartoli, ferito, con le lacrime del dolore, della rabbia, del destino.
La Germania tre anni fa gli ha tolto una grossa fetta della sua carriera di corridore e della sua vita di uomo. In quel Giro si devastò il ginocchio in modo orribile e rischiò molto di più che la semplice carriera.
Dopo l'incidente Michele non è stato più lo stesso fino alla vittoria nella recente Amstel Gold Race, vinta con la stessa sicurezza del Bartoli che tutti conoscevamo.
Oggi quella stessa Germania gli ha portato via un Giro d'Italia in cui il corridore pisano voleva e poteva lasciare un segno della sua classe, già da domani. In quella Liegi che fu sua ed ora è del suo rivale Bettini avremmo potuto assistere ad uno sportivissimo duello tra i due toscani.
Dopo Stangelj la Fassa Bortolo perde un altro protagonista. Finirà la maledizione del Silverteam che lo scorso anno si è vista decimata per ogni tipo di disavventura? Ricordate il polso di Casagrande, il pugno di Belli, il dramma di Frigo?
Michele lascia il Giro in ambulanza, il sospetto fondato è quello della frattura del bacino.
Auguri Campione.

Mentre si consuma il dramma sportivo di Bartoli, poco più avanti SuperMario infila la sua sesta perla rosa dominando con la sua squadra una volata senza storia. Forse dominando un po' troppo, in quanto l'ultimo stadio del razzo Acqua e Sapone, Giovanni Lombardi, viene declassato all'ultimo posto del gruppo di testa per aver ostacolato la rimonta di Mc Ewen, anche lui in odore di maglia rosa.
La mossa di Lombardi è sapiente per precisione e delicatezza: si stacca a lato come vuole il copione, ma spinge ancora per una pedalata sola, quella giusta che costringe il campione australiano ad allargarsi di quel tanto per rendere vana una comunque impossibile rimonta su Cipollini.
Ne approfitta l'altro aussie Brown che chiude al posto d'onore, offrendo a Bruno Reverberi e alla sua Panaria una prima consolante soddisfazione dopo la squalifica di Giuliano Figueras.
Hondo, Evans, Strazzer gli altri sprinter battuti. Ma la caduta avvenuta, peraltro in testa al gruppo, non ha permesso più alcun recupero: pochi i migliori nel gruppo di testa e tra questi troviamo solo Garzelli e Simoni.
Si perdono nelle retrovie Casagrande, Frigo, Pantani; Ivan Quaranta non può neanche misurarsi coi suoi pari. Perde addirittura quaranta secondi Savoldelli, che con Rebellin butta alle ortiche l'exploit di ieri.
Per il bergamasco questo inizio di Giro ricorda disgraziatamente quello di due anni fa partito da Roma: un prologo da favola perso per il soffio d'un millesimo e una caduta nell'arrivo della prima tappa a Terracina. Stavolta il Falco non deve sopportare quel forte colpo alla schiena che gli precluse il Giro e gli tolse fiducia. Ma la botta morale di oggi cancella brutalmente il capolavoro di Groningen, chiuso a soli tre secondi dalla maglia rosa.
E l'ennesima caduta riapre la solita polemica delle volate che nella loro preparazione sono sempre troppo affollate, anche da chi non ha velleità di vittoria.
Ma arrivare davanti significa anche difendere la classifica o lanciare il proprio capitano.
Non è giusto che metà gruppo debba rinunciare al finale di tappa in caso di arrivo a ranghi compatti.
La soluzione vera è che la zona di "neutralizzazione" limitata all'ultimo chilometro non è sufficiente per le velocissime corse di oggi con duecento partecipanti.
Negli ultimi mille metri vengono infatti annullati tutti gli effetti negativi creati da cadute e da incidenti meccanici: allo sfortunato corridore viene comunque attribuito il tempo realizzato dal resto del gruppo di cui faceva parte.
Mille metri sono pochissimi per un gruppo che ribolle già a trenta chilometri dall'arrivo, tra tirate dei treni dei velocisti e scatti di chi vuole evadere.
Allargare la zona franca a cinque, forse dieci chilometri porterebbe la tranquillità nel gruppo: scalatori e uomini di classifica baderebbero soltanto a non perdere contatto dalla coda del gruppo, senza necessariamente lanciarsi a capofitto in testa.
In arrivi in circuito come quello odierno si potrebbe allargare la neutralizzazione già fin dall'ingresso dell'anello finale: i problemi si sarebbero cancellati già dal cartello dei meno quindici.

Ma torniamo al Giro: domani ancora emozioni con l'arrivo nel cuore del quartiere degli italiani che è già teatro della più antica delle classiche, la decana, la doyenne Liegi-Bastogne-Liegi.
Altro percorso, altre tattiche, ma stesso palcoscenico: sul muro della côte de Saint Nicolas andrà in scena il primo assalto al trono del Re Leone. Protagonisti? tanti, ma purtroppo non non ci sarà Bartoli.


Dalla Carovana: "L'ANGOLO DI DARIO CIONI"

1a tappa Giro d'Italia
Groningen - Munster Germania
218 Km 5h49'

Tappa completamente piatta, percorsa ad andatura turistica nella prima parte e a tutta nel finale. Inevitabile la caduta di gruppo, perchè tutti erano freschi e volevano fare la volata. A quanto sembra Bartoli si è rotto il femore e alcuni corridori di classifica hanno perso secondi preziosi. "In queste giornate preferisco non prendere rischi anche se questo significa perdere secondi a causa delle cadute.
oggi è stato impressionante il numero di persone lungo il percorso. per 200 Km non c'è stato uno spazio libero lungo la strada e negli attraversamenti delle città si rimaneva storditi dalle grida. Un vero spettacolo, una cosa mai vista!! Correre in queste condizioni è veramente entusiasmante".

Dario Cioni - Mapei Quick Step


COMUNICATI STAMPA DALLA CORSA

"Cipollini vince la tappa e veste la maglia rosa"

Munster, 12 maggio 2002 - Mario Cipollini ha vinto la prima tappa al Giro, Groningen-Munster. Volata vincente che regala la maglia rosa al campione toscano: salgono a 35 le vittorie nella Corsa Rosa di Mario Cipollini. Dunque, tanta soddisfazione all'interno del team Acqua&Sapone Cantina Tollo RDZ dopo questa splendida vittoria di Re Leone (oltre alla maglia rosa, colleziona anche la maglia ciclamino e azzurra).

"Dopo l'amarezza avuta nel prologo, oggi la fortuna ci ha premiati con la maglia rosa. Ringrazio i miei compagni di squadra che sono stati magnifici e mi hanno regalato questa vittoria. Il treno è stato stupendo: Derganc, Colombo, Trenti, Scirea e Lombardi hanno fatto un lavoro prezioso. E' stato un risultato positivo per il team. Il mio obiettivo è quello di portare in Italia la maglia rosa. E' un sogno che cercherò di concretizzare. Mi dispiace tanto per Michele Bartoli caduto nel finale di tappa pericoloso. Domani cercherò di proteggere la maglia anche se il finale non è adatto alle mie caratteristiche. Mi auguro comunque di fare bene". Cipollini incalzato dalle domande dei giornalisti parla del mondiale di Zolder: "E' il sogno di un corridore vincere la maglia iridata. Ballerini è una persona che stimo tantissimo, mi auguro che la sua scelta sia basata sulla professionalità e non da forze esterne" conclude Re Leone Cipollini.

Per quanto riguarda il declassamento di Giovanni Lombardi per volata scorretta all'ultimo posto del suo gruppo, ecco il suo commento: "E' vero, ho cambiato involontariamente linea di corsa spostandomi verso l'esterno senza accorgermi dell'arrivo di un corridore" conclude l'olimpionico.

1° tappa Giro: incredibile sfortuna…
Bartoli ha dovuto lasciare la corsa per una frattura all'Ala Iliaca

Dopo la caduta ieri di Gorazd Stangelj che l’ha costretto stamattina a non prendere il via della corsa (soffre di una frattura alla clavicola), oggi è Michele Bartoli che per una caduta nel finale ha dovuto abbandonare la gara.

Trasportato immediatamente in ospedale gli è stato verificato una frattura composta all’Ala Iliaca destra. Domani Michele Bartoli dovrebbe rientrare a casa con un aereo-ambulanza speciale.

Cipollini ha battuto allo sprint una ventina di corridori. Francesco Casagrande è arrivato nel primo gruppo inseguitore ad una ventina di secondi.

Domani si va in Belgio a Liège. Ci sono 209 km da percorrere e la côte de Saint Nicolas da salire prima di raggiungere il traguardo.

Ordine d'arrivo prima tappa:

1 Mario Cipollini (Ita) Acqua e Sapone in 5h37'14" (media 38,786 km/h; abbuono 18")
2 Graeme Brown (Aus) Panaria (abb. 8")
3 Robbie McEwen (Aus) Lotto-Adecco (abb. 4")
4 Danilo Hondo (Ger) Telekom s.t.
5 Sven Teutenberg (Ger) Phonak s.t.
6 Robert Hunter (RSA) Mapei-Quick Step s.t.
7 Miguel Angel Meza (Mex) Colpack s.t.
8 Michailov Kalilov (Ukr) Colombia-Selle Italia s.t.
9 Steven De Jongh (Ned) Rabobank s.t.
10 Matteo Carrara (Ita) Colpack s.t.
...

14) Alessandro Petacchi (Ita) s.t. (abb. 4")
15) Stefano Garzelli (Ita) s.t.
18) Wladimir Belli (Ita) s.t.
22) Gilberto Simoni (Ita) s.t.
37) Franco Pellizzotti (Ita) a 25"
51) Francesco Casagrande (Ita) s.t.
52) Dario Frigo (Ita) s.t.
69) Ivan Gotti (Ita) s.t.
72) Marco Pantani (Ita) s.t.

Classifica generale dopo la prima tappa:

1) Mario Cipollini (Ita) Acqua e Sapone in 5h45'23" (media 37,784 km/h)
2) Matthias Buxhofer (Aut) Phonak 0.11
3) Frank Hoj (Den) Team Coast 0.12
4) Robbie McEwen (Aus) Lotto-Adecco 0.13
5) Paolo Bettini (Ita) Mapei-Quick Step 0.20
6) Massimo Strazzer (Ita) Phonak
7) Robert Hunter (RSA) Mapei-Quick Step 0.21
8) Alessandro Petacchi (Ita) Fassa Bortolo
9) Stefano Garzelli (Ita) Mapei-Quick Step

10) Stefan Teutenberg (Ger) s.t

...
17) Wladimir Belli (Ita) s.t.
25) Gilberto Simoni (Ita) a 37"
37) Dario Frigo (Ita) a 48"
38) Francesco Casagrande (Ita) a 49"
50) Paolo Savoldelli (Ita) a 54"
95) Ivan Gotti (Ita) a 1'14"
110) Franco Pellizzotti (Ita) a 1'18"
120) Marco Pantani (Ita) a 1'21"