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Bettini
MARIO
CIPOLLINI MAGLIA ROSA
domina con sapienza
intergiro e arrivo: due sprint per il primato
di Michele Lugeri
Roma,
12/05/2002 - Sembra
l'arca di Noè, questo EuroGiro. Re Leone, Zebra e Tigre oggi vince
davanti ai "Canguri" Brown e Mc Ewen e il biker Evans
sul traguardo tedesco di Munster al termine di una tappa di 226 km corsa sotto
un milione di occhi.
Ieri duecentomila spettatori si sono assiepati lungo
i canali di Groningen. Oggi più del doppio hanno festeggiato i girini
che hanno dato l'arrivederci all'Olanda per entrare in Germania.
Un tripudio
di bandiere, tricolori italiani e di casa, bandierine, bande musicali, burger
in abiti tradizionali, biciclette trainanti carrozzine piene di bimbi.
Sono
tanti, troppi, gli scettici che si chiedono quale sia il sapore di un Giro d'Italia
all'estero.
Il sapore è quello della festa, della gioia, della passione
verso il ciclismo e la risposta è quella data dalla folla infinita che
ha salutato i corridori per ogni metro percorso. Vengano, gli scettici, a vedere
il Giro quando arriverà in Italia. La sfida è lanciata: saremo capaci
sulle nostre strade di rispondere all'eccitazione dei tifosi europei? Accettiamo
il confronto e riversiamoci sulle strade, tra pochi giorni il Giro sarà
da noi.
Ciò che colpisce di più è proprio lo stupore
e il piacere degli olandesi e dei tedeschi nell'ammirare la corsa rosa. E se c'è
qualcosa che risalta prepotentemente è proprio il carattere italiano della
corsa: l'organizzazione, la presenza della Rai, degli sponsor, dei marchi illustri
dei nostri costruttori di biciclette. I nostri corridori.
E, come voleva il
canovaccio scaturito dal cronoprologo, il più rappresentativo nel mondo
dei nostri corridori ha regalato due lampi illuminando il Giro.
Mario Cipollini
è maglia rosa, col sogno di poterla portare in patria. Ed è
un sogno realizzabile.
I quindici secondi di ritardo accumulati ieri da Re
Leone dallo spagnolo Dominguez, grazie al tubolare forato, hanno obbligato
il team Acqua e Sapone a lanciare il loro capitano prima sul traguardo volante
dell'intergiro - vinto davanti a Petacchi - e poi sulla riga d'arrivo al
termine di tre drammatici giri del circuito finale di Munster.
E'
di scena l'ultimo giro: tremilacinquecento metri al termine. Gli sfidanti
di Cipollini si sono già toccati sui fianchi, hanno sporto le mani
per tenersi in equilibrio, si sono anche presi a spallate più volte.
Le pedivelle scintillano sulle ringhiere, il gruppo si allunga e ricompatta ad
ogni curva come un elastico impazzito, quasi frustato dalle urla della folla.
Bisogna stare davanti. Tutti. Chi per la volata per sé, chi per pilotare
il proprio sprinter, chi per difendere il suo capitano.
Caduta. Lo schianto
è terribile. Il gruppo si divide inesorabilmente. Doloranti e imprecanti
rabbia e santi si rialzano con difficoltà Giordani, Smirnov,
Konychev, Sacchi.
Resta a terra Michele Bartoli, ferito,
con le lacrime del dolore, della rabbia, del destino.
La Germania tre anni
fa gli ha tolto una grossa fetta della sua carriera di corridore e della sua vita
di uomo. In quel Giro si devastò il ginocchio in modo orribile e rischiò
molto di più che la semplice carriera.
Dopo l'incidente Michele non
è stato più lo stesso fino alla vittoria nella recente Amstel
Gold Race, vinta con la stessa sicurezza del Bartoli che tutti conoscevamo.
Oggi quella stessa Germania gli ha portato via un Giro d'Italia in cui il corridore
pisano voleva e poteva lasciare un segno della sua classe, già da domani.
In quella Liegi che fu sua ed ora è del suo rivale Bettini avremmo
potuto assistere ad uno sportivissimo duello tra i due toscani.
Dopo Stangelj
la Fassa Bortolo perde un altro protagonista. Finirà la maledizione
del Silverteam che lo scorso anno si è vista decimata per ogni tipo di
disavventura? Ricordate il polso di Casagrande, il pugno di Belli,
il dramma di Frigo?
Michele lascia il Giro in ambulanza, il sospetto
fondato è quello della frattura del bacino.
Auguri Campione.
Mentre
si consuma il dramma sportivo di Bartoli, poco più avanti SuperMario infila
la sua sesta perla rosa dominando con la sua squadra una volata senza storia.
Forse dominando un po' troppo, in quanto l'ultimo stadio del razzo Acqua e Sapone,
Giovanni Lombardi, viene declassato all'ultimo posto del gruppo di testa
per aver ostacolato la rimonta di Mc Ewen, anche lui in odore di maglia
rosa.
La mossa di Lombardi è sapiente per precisione e delicatezza:
si stacca a lato come vuole il copione, ma spinge ancora per una pedalata sola,
quella giusta che costringe il campione australiano ad allargarsi di quel tanto
per rendere vana una comunque impossibile rimonta su Cipollini.
Ne
approfitta l'altro aussie Brown che chiude al posto d'onore, offrendo a Bruno
Reverberi e alla sua Panaria una prima consolante soddisfazione dopo la squalifica
di Giuliano Figueras.
Hondo, Evans, Strazzer gli altri sprinter battuti.
Ma la caduta avvenuta, peraltro in testa al gruppo, non ha permesso più
alcun recupero: pochi i migliori nel gruppo di testa e tra questi troviamo solo
Garzelli e Simoni.
Si perdono nelle retrovie Casagrande,
Frigo, Pantani; Ivan Quaranta non può neanche misurarsi
coi suoi pari. Perde addirittura quaranta secondi Savoldelli, che con
Rebellin butta alle ortiche l'exploit di ieri.
Per il bergamasco questo
inizio di Giro ricorda disgraziatamente quello di due anni fa partito da Roma:
un prologo da favola perso per il soffio d'un millesimo e una caduta nell'arrivo
della prima tappa a Terracina. Stavolta il Falco non deve sopportare quel forte
colpo alla schiena che gli precluse il Giro e gli tolse fiducia. Ma la botta morale
di oggi cancella brutalmente il capolavoro di Groningen, chiuso a soli tre secondi
dalla maglia rosa.
E l'ennesima caduta riapre la solita polemica delle volate
che nella loro preparazione sono sempre troppo affollate, anche da chi non ha
velleità di vittoria.
Ma arrivare davanti significa anche difendere
la classifica o lanciare il proprio capitano.
Non è giusto che metà
gruppo debba rinunciare al finale di tappa in caso di arrivo a ranghi compatti.
La soluzione vera è che la zona di "neutralizzazione" limitata
all'ultimo chilometro non è sufficiente per le velocissime corse di oggi
con duecento partecipanti.
Negli ultimi mille metri vengono infatti annullati
tutti gli effetti negativi creati da cadute e da incidenti meccanici: allo sfortunato
corridore viene comunque attribuito il tempo realizzato dal resto del gruppo di
cui faceva parte.
Mille metri sono pochissimi per un gruppo che ribolle già
a trenta chilometri dall'arrivo, tra tirate dei treni dei velocisti e scatti di
chi vuole evadere.
Allargare la zona franca a cinque, forse dieci chilometri
porterebbe la tranquillità nel gruppo: scalatori e uomini di classifica
baderebbero soltanto a non perdere contatto dalla coda del gruppo, senza necessariamente
lanciarsi a capofitto in testa.
In arrivi in circuito come quello odierno
si potrebbe allargare la neutralizzazione già fin dall'ingresso dell'anello
finale: i problemi si sarebbero cancellati già dal cartello dei meno quindici.
Ma
torniamo al Giro: domani ancora emozioni con l'arrivo nel cuore del quartiere
degli italiani che è già teatro della più antica delle classiche,
la decana, la doyenne Liegi-Bastogne-Liegi.
Altro percorso, altre tattiche,
ma stesso palcoscenico: sul muro della côte de Saint Nicolas andrà
in scena il primo assalto al trono del Re Leone. Protagonisti? tanti, ma purtroppo
non non ci sarà Bartoli.
Dalla
Carovana: "L'ANGOLO DI DARIO CIONI"
1a
tappa Giro d'Italia
Groningen - Munster Germania
218 Km 5h49'
Tappa
completamente piatta, percorsa ad andatura turistica nella prima parte e a tutta
nel finale. Inevitabile la caduta di gruppo, perchè tutti erano freschi
e volevano fare la volata. A quanto sembra Bartoli si è rotto il
femore e alcuni corridori di classifica hanno perso secondi preziosi. "In
queste giornate preferisco non prendere rischi anche se questo significa perdere
secondi a causa delle cadute.
oggi è stato impressionante il numero
di persone lungo il percorso. per 200 Km non c'è stato uno spazio libero
lungo la strada e negli attraversamenti delle città si rimaneva storditi
dalle grida. Un vero spettacolo, una cosa mai vista!! Correre in queste condizioni
è veramente entusiasmante".
Dario
Cioni - Mapei Quick Step
COMUNICATI
STAMPA DALLA CORSA
"Cipollini
vince la tappa e veste la maglia rosa"
Munster,
12 maggio 2002 - Mario
Cipollini ha vinto la prima tappa al Giro, Groningen-Munster. Volata vincente
che regala la maglia rosa al campione toscano: salgono a 35 le vittorie nella
Corsa Rosa di Mario Cipollini. Dunque, tanta soddisfazione all'interno
del team Acqua&Sapone Cantina Tollo RDZ dopo questa splendida vittoria di
Re Leone (oltre alla maglia rosa, colleziona anche la maglia ciclamino e azzurra).
"Dopo
l'amarezza avuta nel prologo, oggi la fortuna ci ha premiati con la maglia rosa.
Ringrazio i miei compagni di squadra che sono stati magnifici e mi hanno regalato
questa vittoria. Il treno è stato stupendo: Derganc, Colombo,
Trenti, Scirea e Lombardi hanno fatto un lavoro prezioso. E'
stato un risultato positivo per il team. Il mio obiettivo è quello di portare
in Italia la maglia rosa. E' un sogno che cercherò di concretizzare. Mi
dispiace tanto per Michele Bartoli caduto nel finale di tappa pericoloso.
Domani cercherò di proteggere la maglia anche se il finale non è
adatto alle mie caratteristiche. Mi auguro comunque di fare bene".
Cipollini incalzato dalle domande dei giornalisti parla del mondiale di
Zolder: "E' il sogno di un corridore vincere la
maglia iridata. Ballerini è una persona che stimo tantissimo, mi
auguro che la sua scelta sia basata sulla professionalità e non da forze
esterne" conclude Re Leone Cipollini.
Per
quanto riguarda il declassamento di Giovanni Lombardi per volata scorretta
all'ultimo posto del suo gruppo, ecco il suo commento: "E'
vero, ho cambiato involontariamente linea di corsa spostandomi verso l'esterno
senza accorgermi dell'arrivo di un corridore" conclude l'olimpionico.
1°
tappa Giro: incredibile sfortuna
Bartoli ha dovuto lasciare la corsa
per una frattura all'Ala Iliaca
Dopo
la caduta ieri di Gorazd Stangelj che lha costretto stamattina a
non prendere il via della corsa (soffre di una frattura alla clavicola), oggi
è Michele Bartoli che per una caduta nel finale ha dovuto abbandonare
la gara.
Trasportato
immediatamente in ospedale gli è stato verificato una frattura composta
allAla Iliaca destra. Domani Michele Bartoli dovrebbe rientrare a
casa con un aereo-ambulanza speciale.
Cipollini
ha battuto allo sprint una ventina di corridori. Francesco Casagrande è
arrivato nel primo gruppo inseguitore ad una ventina di secondi.
Domani
si va in Belgio a Liège. Ci sono 209 km da percorrere e la côte
de Saint Nicolas da salire prima di raggiungere il traguardo.