La
MAGLIA ROSA Stefano Garzelli, agguanta
il secondo successo ma soprattutto 12 secondi di abbuono
Photo
Bettini
GARZELLI,
FREDDO CAMPIONE DALLA FORMA D'ACCIAIO, SPIAZZA LA CONCORRENZA SULLA PRIMA VETTA
DEL GIRO
di
Andrea Magnani
LIMONE
PIEMONTE (Cuneo), 17 maggio 2002 -
Un nome su tutti, Stefano Garzelli, sale in vetta al Giro d'Italia con
il secondo successo personale, messo a segno a Limone Piemonte, consolidando così
la posizione in rosa conquistata nella seconda tappa con arrivo a Liegi. La quinta
tappa da Fossano a Panice Soprana, frazione sciistica di Limone Piemonte, presentava
le prime vere salite di questo Euro Giro, rientrato in Italia, con una giornata
dedicata al trasferimento della carovana ed il riposo dei corridori che hanno
usufruito del trasferimento aereo.
Il
percorso: A meno di 30 km dal termine la prima asperità di questo 85°
Giro d'Italia, la salita di Colletto del Moro, con i suoi ultimi 2 km dalla
pendenza media del 9% e con il finale dove è posto il G.P.M. al 21%, ha
spezzato le gambe, ma anche il morale dei presuntuosi (Rick Verbrugghe
su tutti-aveva promesso di conquistare la maglia rosa) e dei sognatori senza speranza
(purtroppo Marco Pantani).
Ne
è uscito indenne invece il team a cubetti con il suo capitano in maglia
rosa, grazie ai ripetuti attacchi del prode Bettini, generoso ed umile
come sempre, il toscano nel ricambiare con gli interessi, a Garzelli i
servigi a lui resi nelle prove di Coppa del Mondo. Ma sono state fondamentali
anche la regolarità di Noè, una garanzia per il Giro, ed
il supporto dell'ex campione di mountain bike Dario Cioni che a bikenews
invia quotidianamente il suo resoconto sulla tappa.
Bettini
lancia la sfida sul Colletto del Moro, la raccolgono in pochi, Belli,
Casagrande, Gotti, Simoni, che quest'ultimo, torna in forma accettabile, Frigo,
non ancora brillante, i nomi nuovi quali Evans, Pellizotti e Scarponi,
che fanno tanto sperare in un ciclismo più atletico che chimico, nel giorno
(venerdì 17), propriamente più iellato anche nella conferma dallo
strascico dell'inchiesta su Antonio Varriale, che ha coinvolto anche Nicola Chesini,
atteso al varco dalla Guardia di Finanza ed addirittura arrestato, come la legge
prevede, per spaccio di sostanze illecite.
E
mentre il Pirata naufragava a pane ed acqua sulle prime salite del Giro (sette
minuti di ritardo all'arrivo), lo stesso valeva per la dieta Acqua&Sapone
di Re Leone e di quella acqua&parquet delle paraboliche da pista del
Ghepardo Quaranta.
Poi,
un nome rimbombava dalla radiocronaca: Tyler Hamilton, agguerrito statunitense
del Team CSC Tiscali, che in salita rimane li con i migliori, nella discesa cade
rovinosamente, riparte con il mezzo prestato dal compagno di squadra e termina
la tappa nono a nove secondi da Garzelli.
Chiunque
avrebbe subito il colpo, ma lui, l'americano D.O.C. no e Garzelli ammetterà,
di temerlo come avversario, alla pari dei suoi più diretti e famosi avversari.
Dunque
epilogo in rosa per questa tappa, condotta negli ultimi 14 km verso Limone Piemonte,
ad un ritmo sostenuto, (troppo forte per il polemico Pantani), nella quale ai
2 km, scatta Pellizotti; il suo gesto ha lo stile, ma non la forma di un
capolavoro, e il gruppo rientra prima sul secondo fuggitivo, lo spagnolo Garate,
piantatosi agli 800 metri, quasi sulla ruota del campioncino dell'Alessio, e poi
a 500 metri sull'eroico biondino riccio.
Ci
saranno altri arrivi in pendenza per Pellizotti, ma ieri Garzelli,
maturo nella forma come nella tattica, non si poteva lasciar scappare il ghiotto
boccone rappresentato da quei 12 secondi di abbuono, a disposizione per il vincitore
e cosi' è stato: Il padrone del Giro 2000, aumenta il suo bottino di gloria,
in attesa del prossimo esame di Campitello Matese e guarda dall'alto della
sua rosa, l'attendista Casagrande con 43'' di vantaggio e Simoni
con 1 minuto.
"C'è
chi dice che abbia ancora margini di miglioramento" - commenta
la maglia rosa, Garzelli - "ma io mi accontenterei
di avere questa forma fino alla fine".
Giro
finito per Gotti, che non si arrende ancora all'evidenza di questi 5'14''
di distacco che pesano come macigni sulla sua carriera.
Altro
capitolo quello di Dario Frigo, che cede 36'' al leader, scivolando in
classifica al 12° gradino, con 1'29'' di ritardo. Nulla è perduto per
lui, la cronometro di Numana ci dirà quale sarà la vera dimensione
del Frigo edizione 2002.
Domani
ritorno in Liguria, in quel di Varazze, ed i ricordi non potranno non scivolare
verso quella diciottesima tappa del Giro 2001, già entrata nella storia
del ciclismo, come la pagina più nera scritta dai corridori, "allettati
dalla tentazione di quel diavolo che porta il nome di Doping". "Il solo
ricordo di quel giovedì nero, ci farà accapponare la pelle; altro
che venerdi' 17".