COMUNICATI
STAMPA DALLE SQUADRE
Monticello
Brianza, 1 giugno 2002 ore 13:27 - COMUNICATO STAMPA
TEAM SAECO-LONGONI SPORT
Il
Team Saeco-Longoni Sport, a seguito del nuovo caso di non negatività
emerso a carico del corridore Gilberto Simoni nel controllo antidoping
effettuato al termine della tappa di Caserta del Giro dItalia, esprime
il proprio profondo sconcerto, consapevole di come questo sentimento sia largamente
condiviso dallopinione pubblica.
Ciò modifica in modo sostanziale
lo scenario venutosi a creare dopo il primo caso, riferito ad un controllo a sorpresa
effettuato prima del Giro del Trentino. La società difatti, pur
avendo deciso spontaneamente di disporre il ritiro del corridore dall85°
Giro dItalia per evidenti ragioni di opportunità, era rimasta in
attesa che le successive controanalisi o ogni altro tipo di argomentazione eventualmente
fornita dallatleta potessero consentire una valutazione complessiva della
vicenda prima di assumere ogni genere di decisione.
Evidentemente la comunicazione
ricevuta ieri dalla UCI che la società ha ritenuto opportuno rendere nota
ai mezzi di informazione per dimostrare la propria piena e totale trasparenza
altera in modo sostanziale questo stato di cose.
Un caso di non negatività
verificato questa volta durante il Giro dItalia, in uno dei normali controlli
effettuati al termine di ciascuna tappa, rimette difatti in discussione ogni elemento
oggettivo disponibile in merito al caso del Giro del Trentino, tanto più
considerando che la sostanza di cui avrebbe fatto uso latleta risulta essere
la stessa.
Pur avendo la società fin dal primo momento manifestato una
posizione di estremo rigore, e la sua ferma volontà di fare chiarezza sulloscura
vicenda in nessun caso riconducibile alla propria gestione del corridore, è
palese come in conseguenza degli ultimi eventi vengano meno i necessari presupposti
per proseguire il rapporto, anche in considerazione del gravissimo danno
morale e materiale che lintera vicenda sta arrecando alla squadra ed
ai suoi sponsor.
Pertanto il Team Saeco-Longoni Sport rende noto di aver
disposto la sospensione dallattività dellatleta Gilberto Simoni
e il congelamento degli emolumenti, in attesa di chiarimenti sostanziali e definitivi
sullo sviluppo della vicenda.
"Il
Gibo che non t'aspetti"
di Andrea Magnani
Monticello
Brianza, 1 giugno 2002 - Non si può non voler bene ad un ragazzo
che rappresenta nel suo pedalare, su per le salite dolomitiche, i personaggi mito
della storia del ciclismo. Non si puo' criminalizzare un ambiente intero, quello
del ciclismo, che si, ha sbagliato e continua a sbagliare, ma tenta, grazie al
lavoro della magistratura, di organizzatori coraggiosi e squadre semisconosciute
come quella di Ivano Fanini, di ripulirsi e riconquistare credibilità.
Due giorni fa, dopo anni, ho raccolto voci che sottolineavano la conquista di
una nuova dimensione del ciclismo, quella di uno sport pedalato "a pane ed
acqua". Pure al villaggio di partenza della tappa vinta da Re Leone,
si respirava un clima "piu' pulito".
E
chi avrebbe mai previsto che dopo un'altra sana giornata di sport, con la vittoria
di un personaggio carismatico come Mario Cipollini e la planata del Falco
in maglia rosa, sulla pianura brianzola in attesa di gettarsi a caccia della preda
Hamilton, ci si sarebbe ritrovati ancora a terra in sala stampa, con un
altro comunicato di ghiaccio, per cinque minuti senza sapere cosa scrivere, commentare,
giustificare, o condannare?.
In questo Giro d'Italia, il mio secondo da quando sono l'editore di bikenews,
i miei colleghi non vedono l'ora sia finita. Non ci sono piu' parole da scrivere
e l'entusiasmo per raccontarle ai microfoni delle televisioni accreditate.
Ma
si deve andare avanti e dopo il blitz di Corvara, "grazie" al
quale si è chiusa la Press Room in tarda nottata, anche questa notte
si è replicato.
Paradossalmente
la nota più genuina e spensierata della diciottesima tappa è stata
quella donataci da un gruppo di tifosi senegalesi che da un bar della tristemente
famosa Piazza della Loggia, davanti al Comune di Brescia, sede del
quartiere tappa, hanno fatto festa per la vittoria sulla Francia ai mondiali di
calcio, attirando la curiosità e la simpatia di chi, in queste ore, vorrebbe
essere un giornalista di calcio piuttosto che di ciclismo.
Tutto
questo avviene sotto i miei occhi, grazie ai passi falsi, o alla "sfortuna"
di uomini come Garzelli, Sgambelluri, Zakirov, Simoni e Casagrande.
Grazie a loro il giornalismo sportivo, come i tifosi dello sport, sono disorientati
e pronti ad aggrapparsi alla maglia rosa di un italiano con la faccia limpida
da ragazzo onesto.
Non
so se un "Falco in rosa" potrà salvare il Giro
d'Italia. Non so se cambierà veramente l'abitudine di "curarsi"
per migliorare le prestazioni sportive.
So solo che in confronto a
tutte queste vicende, le tracce di "coca" nelle urine
del Gibo, mi sembrano una ragazzata, o peggio un brutto vizio che rovinerà
la carriera di questo talento del ciclismo.
Mi
auguro di no, ma per la morale della nostra società, la droga è
un'onta troppo grande da digerire, mentre il doping, anch'esso alla pari assassino
e traditore, viene spesso giustificato dall'esigenza di fare un risultato soddisfacente.
E'
un po' la stessa storia di chi non vuole la liberizzazione del "fumo",
ben sapendo che fa molti più morti per cancro ai polmoni, il fumo da tabacco.
E'
per questo che l'unico ragazzo che salverei per l'arca del dopo-doping, è
il Gibo di Palu' di Giovo.
Il
mio Gibo, quello che conosco io, è diverso da quello che leggerete su tutti
i giornali da oggi in poi.
E' un ragazzo simpatico, gentile, deciso e sicuro.
Un ragazzo che parla poco davanti alle telecamere e si irrita se gli calpestano
i piedi, ma quando è in compagnia è come tanti giovani della sua
età: ama divertirsi, bere in compagnia un paio di grappini con gli amici,
da bravo trentino com'è. Come tutti noi, ama le belle donne e le moto (possiede
un'Aprilia da strada e con quelle basette assomiglia tanto al "Valentino
n° 46").
Diamine!
Un po' di coca nelle urine, non può rovinare tutto solo perché sei
Simoni il vincitore del'84° Giro d'Italia!.
Certo
non lo giustifico; "Gilberto hai sbagliato e forte".
Proprio
io che non bevo alcolici, non fumo sigarette e figuriamoci una canna, non mi sento
di assolverlo, ma neanche di condannarlo, perché tutto ciò è
umano e solo lui saprà rispondere da uomo a questo "casino".
Quindi
è con una simbolica pacca nella spalla che saluto nuovamente questo ragazzo
che considero un amico, come due sere fa, quando dopo una vera e affettuosa pacca
gli ho detto "Gibo, in gamba!", salutandolo mentre
uscivo dall'osteria "Del Carador" a Costa di Folgaria, dopo essermi
fatto un grappino in sua compagnia e dei suoi ormai ex colleghi del Team Saeco,
all'oscuro di quello che l'amaro destino stava tramando contro di lui.
"Quando
potrai torna ad essere grande Gibo, io lo so che lo sei e non mi devi dimostrare
niente".