Dal
capoluogo del Molise, in discesa, verso la provincia d'Isernia per affrontare,
in rapida successione, due G.P.M. - Il primo è il Valico del Macerone (G.P.M.
2a cat. - quota m. 684) mentre il secondo è Valico di Rionero Sannitico
(G.P.M. p cat: - quota mt. 1.057). L'lntergiro s'incontra a Roccaraso, al km.
87,9. Sempre profilo mosso fino a Chieti dove la conclusione è prevista
con due giri di un altimetricamente impegnativo circuito (pendenza media 5,8%,
massima 12%) ognuno dello sviluppo di km. 10,2 con passaggio all'arrivo. Buon,
nel complesso, lo stato delle strade.
Arrivo:
Stadio Angelini - Via Amiterno 17,30 circa
GLI
ULTIMI 10 CHILOMETRI:
In
discesa con serie di curve per 4000 metri, pianura, curva a destra che immette
sulla strada statale, a 700 m. curva ancora a destra ed ultima svolta a sinistra
a 450 metri dall'arrivo. Tutte le curve comprese nell'ultimo chilometro sono di
buon raggio. Rettilineo della lunghezza di mt. 400 e larghezza mt. 9. Pavimentazione
in asfalto.
Percorso
classico, per queste zone, quello che unisce Campobasso a Chieti.
Da Campobasso si ripassa per Bojano per raggiungere l'altro capoluogo di provincia
molisano, Isernia, nell'alto bacino del Volturno. Vi si sviluppano attività
agricole, commerciali e del tessile. L'artigianato si riferisce alle ceramiche
ed ai merletti.
Il
tracciato presenta il temutissimo, una volta, valico del Macerone, seguito subito
dal Rionero Sannitico che segna anche il confine regionale. Siamo in Abruzzo,
provincia di L'Aquila, per Castel di Sangro, l'affermato centro turistico di Roccaraso
e quindi il valico della Forchetta che segna l'ingresso nella provincia di Chieti.
Attraverso Palena, Lama dei Peligni, Casoli, centri con interessanti motivi paesaggistici,
lungo strade vallonate, si giunge a Chieti. La città, anticamente abitata
dalla popolazione dei Marrucini, si sviluppa seguendo l'andamento della dorsale
collinare sulla valle alta che costeggia il fiume Pescara. Sullo sfondo, si stagliano
le sagome della Maiella e del Gran Sasso con, ad est, l'azzurro dell'Adriatico.
Custodisce importanti tracce romane e medioevali di notevolissimo interesse. D'eccezionale
valore è la statua italica del Guerriero di Capestrano del VI sec. A.C.
conservata nel Museo Archeologico Nazionale tra il verde della Villa Comunale. L'arrivo
è previsto a Chieti Scalo ma il tormentato andamento altimetrico del circuito
finale da percorrere due volte porta ad escludere, a priori, un arrivo affollato.
Spettacolo in ogni modo assicurato su e giù per i colli teatini. Già
nella sua prima edizione, nel 1909, il Giro fece tappa a Chieti con la vittoria
di Cuniolo e, in seguito, Alavoine nel '20, due volte Girardengo
('21 e '23), Alfredo Binda nel '33. Nel dopoguerra Ortelli nel '46,
Van Looy nel '63, Ugo Colombo nel '74 e lo svizzero Wolfer
nel '79 sono gli altri vincitori a Chieti.
Denis
Lunghi in conferenza stampa Photo
A. Magnani
IL
CIELO PIANGE SUL GIRO piove a dirotto sui
girini, nel bagno purificatore brilla il successo di Denis Lunghi non
partono Simoni e Sgambelluri, mentre Quaranta e Rebellin
si perdono per strada
di Michele Lugeri
Chieti,
24/05/2002 -
La sindrome Rosa imperversa da tre anni ormai sul Giro d'Italia. Prima
vittima Marco Pantani in quel di Madonna di Campiglio 1999. Paolo
Savoldelli, che non raccolse quella maglia sul Mortirolo, non ha avuto maggior
fortuna da quel giorno in poi. Ivan Gotti vinse quel Giro '99 ed in
seguito ha collezionato più denunce che successi. Nel 2000 Casagrande
ha buttato al vento una vittoria già in tasca, passando il testimone a
quello Stefano Garzelli che ha pagato la sindrome Rosa con l'abbandono
del 2001 e la squalifica di questi giorni. Passando per Hruska, rosa
a Roma e poi cacciato dalle Olimpiadi, la maledizione è passata così
dallo zaino di Frigo fin sulle spalle di Simoni: ultima esclusione
in ordine di tempo. E in questo mesto stillicidio, questa falcidia di campioni,
risulta sempre più complicato commentare questo Giro d'Italia. Stamane,
a Campobasso, il clima era teso per via del ritiro di Simoni suggerito
dall'organizzazione del Giro alla Saeco e raccolto con dolore dal team di Corti
e Salutini. La richiesta - non imposizione - di Carmine Castellano
di indurre il campione uscente e Roberto Sgambelluri al ritiro è
stata dettata dal desiderio di preservare il Giro d'Italia da troppi sospetti
che colpiscono trasversalmente sia i campioni più celebrati che i comprimari,
col risultato che questo ciclismo insalubre ci confonde nomi, volti, idee. Sono
tutti colpiti i corridori: accettano ovviamente le regole, ma a muso duro. Frigo
ormai è lo sfidante del favorito Casagrande. Sempre che il toscano
si voglia considerare il numero uno del Giro. Gli inserimenti importanti verranno
senz'altro da Evans, Savoldelli, Caucchioli e Pellizotti.
Con il vigile Escartin solo rappresentante della vecchia guardia. A
otto tappe da Milano sembra che il vincitore possa uscire da un gruppo di corridori
esperti, ma non scalatori puri, oppure da giovani esordienti e brillanti ma privi
di esperienza. Senza nessun corridore in grado di infliggere distacchi pesanti
sulle Dolomiti, molto probabilmente il Giro sarà segnato già da
domenica a Numana. Ma il Giro è già segnato di per sé,
ormai. Per Dario Frigo un'eventuale vittoria al Giro sarebbe mutilata
dall'assenza di troppi rivali; ed è lo stesso discorso di Francesco
Casagrande. Marco Pantani, ormai completamente dimesso, è
partito proprio all'ultimo momento dopo aver meditato il ritiro. Oltre ai suoi
problemi di forma - sono lontanissime le "sensazioni" annunciate a inizio
stagione - il Pirata è sconsolato anche per il momento che sta attraversando
il ciclismo. "Non riesco a vedere una soluzione"
è la frase laconica che condensa l'opinione e lo stimolo del vincitore
di un Giro e di un Tour ormai lontani anni luce, appartenenti ad un'altra era. Anche
Cipollini soffre la tensione di questi giorni. Ribatte secco ad una collega
della RAI che lui non è il "salvatore della
patria bisogna solo faticare e andare avanti, rispettando le regole". Sembrano
infastiditi i due corridori simbolo del nostro ciclismo, ma i milioni di persone
che seguono lungo la strada e di fronte agli schermi questo Giro e che comunque
acclamano senza condizioni tutti i corridori senza badare ai sospetti, hanno il
diritto di esigere chiarezza proprio per voce dei loro beniamini. A questa
bufera si aggiunge anche il cielo che inclemente riversa sul gruppo acqua a catinelle.
Ed in questa giornata scura, nera, fa capolino il volto del piccolo piemontese
Denis Lunghi che santifica la tappa con ottanta chilometri di fuga, prima
in compagnia e poi con tre giri solitari nel circuito finale di Chieti,
col gruppo che cautamente rinuncia ad un comunque impossibile recupero. E'
la prima vittoria al Giro per l'azzurro della Colpack Astro, e con questo
successo porta una ventata di festa in una squadra piena di giovani attaccanti. Denis
arriva al ciclismo dopo aver praticato tanti sport ed è al quarto anno
di professionismo; vanta un Giro del Friuli e una prestigiosa maglia azzurra
a Lisbona. Si è parlato spesso di porre un freno al passaggio
indiscriminato al professionismo, o comunque di selezionare la qualità
dei giovani: Denis Lunghi nel 1998 è stato giudicato "miglior
dilettante". "Bisognerebbe intensificare
i controlli antidoping anche a livello giovanile", dice il vincitore,
nella speranza di stroncare la cultura del doping. Sui suoi colleghi squalificati
e ritirati non sa e forse non può infierire: Denis esprime solidarietà
agli uomini Garzelli e Simoni e spera che possano tornare ai livelli
della loro classe. Loro, con Pantani, "erano .sono
i miei campioni preferiti", nonostante le loro macchie. E questo
pensiero rispecchia anche i sentimenti della gente, tifosi o meno: rispetto alle
persone, stima dei campioni e una maledetta voglia di cancellare ogni tipo di
macchia. Perché i campioni risplendano.
La
cronaca della corsa
PARTENZA
(Campobasso - ore 11. 30 - 167 gli atleti al
via; non partono Simoni della Saeco Macchine da caffè-Longoni Sport
e Sgambelluri della Mercatone Uno)
Piove. Tutti assieme,
quiete in gruppo. Media della prima ora: 33,600 km/h. Si sale al primo gpm di
giornata e c'è da registrare il ritiro di Quaranta (Ina).
Gpm -Dotazione "Banca Popolare di Novara" (Valico del Macerone
- km 55,2 -684 m - 2
a categoria) I
passaggi: Marzoli, Castelblanco, Cerezo ed il gruppo. Media dopo due ore: 31 km/h.
In vista del secondo gpm, allungo di Castelblanco.
Gpm
-Dotazìone "Banca Popolare di Novara" (Valico di Rionero Sannitico
- km 68,7 - 105 7 m - 1a categoria) I passaggi: Castelblanco anticipa di 15"
Mufloz, Ramirez, Zanette, Mesa ed il gruppo (dopo lo scollinamento, ripreso il
battistrada). Altri due ritiri: al km 70 abbandona Rebeffin (Gst), al km 79 Van
Dijck (Lot). Bagarre in discesa, gruppo che si fraziona per poi ricompattarsi
a fine discesa.
Intergiro-Dotazione
"Fiat" ' (Roccaraso - km 87,9) I passaggi: Boogerd con 4"
di margine su Frigo, Khalilov, Escartin, Caucchioli, Perez Cuapio ed il
gruppo-maglia rosa (una sessantina di corridori). Media all'Intergiro: 31,876
km/h.
Caduta
a metà gruppo (km 103) di Fornaciari che comunque subito riparte. Nuovo
ritiro: abbandona Gajìcic (Fot). Media dopo tre ore: 32,600 km/h.
Al km 123 di corsa
inizia il tentativo di sei uomini. A promuoverlo Bertolini e B. Grabsch, cui si
agganciano dapprima Wrolich e Bernucci, poi Lunghi e Buxhofer. A Casoli
(km 138), il vantaggio dei sei battistrada è di 4' sul gruppo-maglia rosa
composto esattamente da 76 corridori. Vantaggio massimo al km 141 (4'25"); al
km 150: 3'35" (è la Rabobank a condurre l'inseguimento); il gruppo-velocisti
a 11'05".
Salendo verso
Chieti (km 172), davanti allunga Lunghi; dietro, problemi meccanici per
Frigo che velocemente rientra in gruppo. Situazione al transito per il
traguardo di Chieti (20 km all'arrivo): Lunghi con 48" su Bertolini, Bernucci
(sventato un suo contrattacco), B. Grabsch e Buxhofer; a l'30" Wrolich, il gruppo-maglia
rosa a 3'40". Al termine del 1° giro del circuito finale (10 km all'arrivo),
Lunghi transita con l'20" sui quattro immediati inseguitori; a 2'50"
Wrolich, a 6' il gruppo-maglia rosa.
Dietro a Lunghi restano Bernucci e B. Grabsch, perdono contatto
Bertolini e Buxhofer. ARRIVO (Chieti
- Stadio Angelini - km 205) Vince Denis Lunghi; a 37" B. Grabsch,
a 38" Bernucci, a 54" Bertolini e Buxhofer. Wrolich a 3'44". Khalilov ed
il gruppo-maglia rosa a 7'47". Tempo del vincitore: 5h3 8'1 C, alla media di 3
6,3 61 km/h.
PROFILO
DEL VINCITORE: Denis Lunghi è nato a Biella il 21/1/1976 ed è professionista
dal 1998. 1998 - Team Polti 1999 - Team Polti 2000 - Team Colpack 1 vittoria:
il GP Carnago (open) 2001 - Team Colpack 1 vittoria: il Giro dei Friuli. 2002
- Team Colpack-Astro La vittoria di Chieti al Giro d'Italia è il suo
primo successo stagionale.
BOLLETTINO MEDICO
Nonostante
le difficoltà climatiche, da segnalare durante la tappa odierna solo la
caduta senza conseguenze del nà 125 FORNACIARI Paolo al krn 105.
(I medici di corsa)
COMUNICATI
STAMPA DALLA CORSA
SIMONI
ABBANDONA IL GIRO
Campobasso,
24 maggio 2002 - Il
Team Saeco-Longoni Sport ha comunicato stamane al corridore Gilberto
Simoni, prima della partenza della dodicesima tappa a Campobasso, la
propria decisione di ritirare latleta dall85° Giro dItalia. La
società, seppur a malincuore e con profondo dispiacere, è giunta
a questa determinazione considerando linsostenibilità della situazione
ambientale venutasi a creare, soprattutto dopo il colloquio di giovedì
sera dellatleta con gli investigatori incaricati dalla Procura di Trento
per fare luce sul presunto caso di doping al centro del quale Gilberto Simoni
si è venuto a trovare. Il clima di forte sospetto e di dubbio che grava
su questa vicenda rappresenta per una società da sempre ispirata a criteri
di massima serietà e trasparenza, nonché per i prestigiosi sponsor
che ad essa hanno legato la propria immagine, una situazione di fatto inaccettabile.
E altresì evidente come laspetto sportivo rischi di essere
pesantemente penalizzato e mortificato dalla vicenda in corso, come dimostra in
modo palese il rilievo assai relativo avuto dalla vittoria di Simoni a
Campitello Matese rispetto agli sviluppi del caso doping che lo interessa
in queste ore. Il Team Saeco-Longoni Sport vuole con questa decisione
confermare il massimo rispetto verso il Giro dItalia ed i suoi organizzatori,
e soprattutto verso gli sportivi; altresì non accetta che latleta
e la squadra possano essere oggetto di giudizi e prese di posizione da parte di
altri gruppi sportivi o singoli atleti partecipanti alla competizione. La società
vuole infine ribadire che permane nei confronti del corridore un atteggiamento
di stima e di fiducia che potrà venire meno solo nel momento in cui risultassero
precise responsabilità a suo carico, e a tal fine si attiverà in
ogni modo per fare piena chiarezza sullaccaduto e poter dunque assumere
in assoluta tranquillità ogni decisione riguardante il prossimo futuro.
LA
FEBBRE FERMA IVAN QUARANTA
Chieti,
24 maggio 2002 - Giro
finito per Ivan Quaranta che oggi ha abbandonato la
corsa dopo 53 chilometri a causa di una bronchite.
Già
durante la tappa di ieri il velocista del Team Index
Alexia soffriva
a causa di una bronchite e oggi ha preso
il via regolarmente nonostante accusasse febbre (38 gradi).
Dopo
qualche chilometro, corso sotto una pioggia scrosciante e con
una temperatura piuttosto rigida, le condizioni non sono migliorate,
quindi la decisione di abbandonare la corsa.
La
notte di Marco Pantani
venerdì
24 maggio 2002 - Ieri
dopo la corsa, Marco Pantani è rientrato in albergo con una forte
febbre dovuta, come già abbiamo detto, alla bronchite. Il medico dello
staff ha quindi deciso di somministrargli una cura di antibiotici per aiutarlo
a superare la notte. La notte è passata ma le condizioni di Marco non sono
migliorate. Ma questa mattina Marco ha deciso di presentarsi comunque alla partenza
della corsa anche se la pioggia e labbassamento della temperatura non saranno
certo daiuto. Ufficio Stampa Mercatone Uno