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Presentazione  Tour 2002

 

 
   
  
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IL GRAN FINALE DEL GIRO D'ITALIA: CIPOLLINI FA IL POKER ED ONORA LA 'ROSA' DI SIMONI .....
La locandina di
Concetto Pozzati:
La tribù del Giro
Michele Lugeri
PRESS
Michele Lugeri
Andrea Magnani
Michele Lugeri

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Denis Lunghi Photo Lugeri

 

Pantani prende il via nonostante una forte bronchite Photo Lugeri

 

Dario Frigo alla partenza Photo Lugeri

 

Cipollini bersagliato dalla stampa per un parere sul ritiro di Simoni Photo Lugeri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

24/05 Venerdì - 12ª tappa CAMPOBASSO - CHIETI - Km 201

IL PERCORSO

Dal capoluogo del Molise, in discesa, verso la provincia d'Isernia per affrontare, in rapida successione, due G.P.M. - Il primo è il Valico del Macerone (G.P.M. 2a cat. - quota m. 684) mentre il secondo è Valico di Rionero Sannitico (G.P.M. p cat: - quota mt. 1.057). L'lntergiro s'incontra a Roccaraso, al km. 87,9. Sempre profilo mosso fino a Chieti dove la conclusione è prevista con due giri di un altimetricamente impegnativo circuito (pendenza media 5,8%, massima 12%) ognuno dello sviluppo di km. 10,2 con passaggio all'arrivo. Buon, nel complesso, lo stato delle strade.

Arrivo: Stadio Angelini - Via Amiterno 17,30 circa

GLI ULTIMI 10 CHILOMETRI:

In discesa con serie di curve per 4000 metri, pianura, curva a destra che immette sulla strada statale, a 700 m. curva ancora a destra ed ultima svolta a sinistra a 450 metri dall'arrivo. Tutte le curve comprese nell'ultimo chilometro sono di buon raggio. Rettilineo della lunghezza di mt. 400 e larghezza mt. 9. Pavimentazione in asfalto.

 

Percorso classico, per queste zone, quello che unisce Campobasso a Chieti. Da Campobasso si ripassa per Bojano per raggiungere l'altro capoluogo di provincia molisano, Isernia, nell'alto bacino del Volturno. Vi si sviluppano attività agricole, commerciali e del tessile. L'artigianato si riferisce alle ceramiche ed ai merletti.

Il tracciato presenta il temutissimo, una volta, valico del Macerone, seguito subito dal Rionero Sannitico che segna anche il confine regionale. Siamo in Abruzzo, provincia di L'Aquila, per Castel di Sangro, l'affermato centro turistico di Roccaraso e quindi il valico della Forchetta che segna l'ingresso nella provincia di Chieti. Attraverso Palena, Lama dei Peligni, Casoli, centri con interessanti motivi paesaggistici, lungo strade vallonate, si giunge a Chieti. La città, anticamente abitata dalla popolazione dei Marrucini, si sviluppa seguendo l'andamento della dorsale collinare sulla valle alta che costeggia il fiume Pescara. Sullo sfondo, si stagliano le sagome della Maiella e del Gran Sasso con, ad est, l'azzurro dell'Adriatico. Custodisce importanti tracce romane e medioevali di notevolissimo interesse. D'eccezionale valore è la statua italica del Guerriero di Capestrano del VI sec. A.C. conservata nel Museo Archeologico Nazionale tra il verde della Villa Comunale.
L'arrivo è previsto a Chieti Scalo ma il tormentato andamento altimetrico del circuito finale da percorrere due volte porta ad escludere, a priori, un arrivo affollato. Spettacolo in ogni modo assicurato su e giù per i colli teatini. Già nella sua prima edizione, nel 1909, il Giro fece tappa a Chieti con la vittoria di Cuniolo e, in seguito, Alavoine nel '20, due volte Girardengo ('21 e '23), Alfredo Binda nel '33. Nel dopoguerra Ortelli nel '46, Van Looy nel '63, Ugo Colombo nel '74 e lo svizzero Wolfer nel '79 sono gli altri vincitori a Chieti.

www.bettiniphoto.com

La vittoria di Denis Lunghi Photo Bettini

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Denis Lunghi in conferenza stampa Photo A. Magnani

IL CIELO PIANGE SUL GIRO
piove a dirotto sui girini, nel bagno purificatore brilla il successo di Denis Lunghi
non partono Simoni e Sgambelluri, mentre Quaranta e Rebellin si perdono per strada


di Michele Lugeri

Chieti, 24/05/2002 - La sindrome Rosa imperversa da tre anni ormai sul Giro d'Italia.
Prima vittima Marco Pantani in quel di Madonna di Campiglio 1999.
Paolo Savoldelli, che non raccolse quella maglia sul Mortirolo, non ha avuto maggior fortuna da quel giorno in poi.
Ivan Gotti vinse quel Giro '99 ed in seguito ha collezionato più denunce che successi.
Nel 2000 Casagrande ha buttato al vento una vittoria già in tasca, passando il testimone a quello Stefano Garzelli che ha pagato la sindrome Rosa con l'abbandono del 2001 e la squalifica di questi giorni.
Passando per Hruska, rosa a Roma e poi cacciato dalle Olimpiadi, la maledizione è passata così dallo zaino di Frigo fin sulle spalle di Simoni: ultima esclusione in ordine di tempo.
E in questo mesto stillicidio, questa falcidia di campioni, risulta sempre più complicato commentare questo Giro d'Italia.
Stamane, a Campobasso, il clima era teso per via del ritiro di Simoni suggerito dall'organizzazione del Giro alla Saeco e raccolto con dolore dal team di Corti e Salutini.
La richiesta - non imposizione - di Carmine Castellano di indurre il campione uscente e Roberto Sgambelluri al ritiro è stata dettata dal desiderio di preservare il Giro d'Italia da troppi sospetti che colpiscono trasversalmente sia i campioni più celebrati che i comprimari, col risultato che questo ciclismo insalubre ci confonde nomi, volti, idee.
Sono tutti colpiti i corridori: accettano ovviamente le regole, ma a muso duro.
Frigo ormai è lo sfidante del favorito Casagrande. Sempre che il toscano si voglia considerare il numero uno del Giro.
Gli inserimenti importanti verranno senz'altro da Evans, Savoldelli, Caucchioli e Pellizotti. Con il vigile Escartin solo rappresentante della vecchia guardia.
A otto tappe da Milano sembra che il vincitore possa uscire da un gruppo di corridori esperti, ma non scalatori puri, oppure da giovani esordienti e brillanti ma privi di esperienza.
Senza nessun corridore in grado di infliggere distacchi pesanti sulle Dolomiti, molto probabilmente il Giro sarà segnato già da domenica a Numana.
Ma il Giro è già segnato di per sé, ormai.
Per Dario Frigo un'eventuale vittoria al Giro sarebbe mutilata dall'assenza di troppi rivali; ed è lo stesso discorso di Francesco Casagrande.
Marco Pantani, ormai completamente dimesso, è partito proprio all'ultimo momento dopo aver meditato il ritiro. Oltre ai suoi problemi di forma - sono lontanissime le "sensazioni" annunciate a inizio stagione - il Pirata è sconsolato anche per il momento che sta attraversando il ciclismo.
"Non riesco a vedere una soluzione" è la frase laconica che condensa l'opinione e lo stimolo del vincitore di un Giro e di un Tour ormai lontani anni luce, appartenenti ad un'altra era.
Anche Cipollini soffre la tensione di questi giorni. Ribatte secco ad una collega della RAI che lui non è il "salvatore della patria…bisogna solo faticare e andare avanti, rispettando le regole".
Sembrano infastiditi i due corridori simbolo del nostro ciclismo, ma i milioni di persone che seguono lungo la strada e di fronte agli schermi questo Giro e che comunque acclamano senza condizioni tutti i corridori senza badare ai sospetti, hanno il diritto di esigere chiarezza proprio per voce dei loro beniamini.
A questa bufera si aggiunge anche il cielo che inclemente riversa sul gruppo acqua a catinelle. Ed in questa giornata scura, nera, fa capolino il volto del piccolo piemontese Denis Lunghi che santifica la tappa con ottanta chilometri di fuga, prima in compagnia e poi con tre giri solitari nel circuito finale di Chieti, col gruppo che cautamente rinuncia ad un comunque impossibile recupero.
E' la prima vittoria al Giro per l'azzurro della Colpack Astro, e con questo successo porta una ventata di festa in una squadra piena di giovani attaccanti.
Denis arriva al ciclismo dopo aver praticato tanti sport ed è al quarto anno di professionismo; vanta un Giro del Friuli e una prestigiosa maglia azzurra a Lisbona.
Si è parlato spesso di porre un freno al passaggio indiscriminato al professionismo, o comunque di selezionare la qualità dei giovani: Denis Lunghi nel 1998 è stato giudicato "miglior dilettante".
"Bisognerebbe intensificare i controlli antidoping anche a livello giovanile", dice il vincitore, nella speranza di stroncare la cultura del doping.
Sui suoi colleghi squalificati e ritirati non sa e forse non può infierire: Denis esprime solidarietà agli uomini Garzelli e Simoni e spera che possano tornare ai livelli della loro classe. Loro, con Pantani, "erano….sono i miei campioni preferiti", nonostante le loro macchie.
E questo pensiero rispecchia anche i sentimenti della gente, tifosi o meno: rispetto alle persone, stima dei campioni e una maledetta voglia di cancellare ogni tipo di macchia.
Perché i campioni risplendano.


La cronaca della corsa

PARTENZA (Campobasso - ore 11. 30 - 167 gli atleti al via; non partono Simoni della Saeco Macchine da caffè-Longoni Sport e Sgambelluri della Mercatone Uno)

Piove. Tutti assieme, quiete in gruppo. Media della prima ora: 33,600 km/h. Si sale al primo gpm di giornata e c'è da registrare il ritiro di Quaranta (Ina).

Gpm -Dotazione "Banca Popolare di Novara" (Valico del Macerone - km 55,2 -684 m - 2 a categoria) I passaggi: Marzoli, Castelblanco, Cerezo ed il gruppo. Media dopo due ore: 31 km/h. In vista del secondo gpm, allungo di Castelblanco.

Gpm -Dotazìone "Banca Popolare di Novara" (Valico di Rionero Sannitico - km 68,7 - 105 7 m - 1a categoria) I passaggi: Castelblanco anticipa di 15" Mufloz, Ramirez, Zanette, Mesa ed il gruppo (dopo lo scollinamento, ripreso il battistrada). Altri due ritiri: al km 70 abbandona Rebeffin (Gst), al km 79 Van Dijck (Lot). Bagarre in discesa, gruppo che si fraziona per poi ricompattarsi a fine discesa.

Intergiro-Dotazione "Fiat" ' (Roccaraso - km 87,9) I passaggi: Boogerd con 4" di margine su Frigo, Khalilov, Escartin, Caucchioli, Perez Cuapio ed il gruppo-maglia rosa (una sessantina di corridori). Media all'Intergiro: 31,876 km/h.

Caduta a metà gruppo (km 103) di Fornaciari che comunque subito riparte. Nuovo ritiro: abbandona Gajìcic (Fot). Media dopo tre ore: 32,600 km/h.

Al km 123 di corsa inizia il tentativo di sei uomini. A promuoverlo Bertolini e B. Grabsch, cui si agganciano dapprima Wrolich e Bernucci, poi Lunghi e Buxhofer. A Casoli (km 138), il vantaggio dei sei battistrada è di 4' sul gruppo-maglia rosa composto esattamente da 76 corridori. Vantaggio massimo al km 141 (4'25"); al km 150: 3'35" (è la Rabobank a condurre l'inseguimento); il gruppo-velocisti a 11'05".

Salendo verso Chieti (km 172), davanti allunga Lunghi; dietro, problemi meccanici per Frigo che velocemente rientra in gruppo. Situazione al transito per il traguardo di Chieti (20 km all'arrivo): Lunghi con 48" su Bertolini, Bernucci (sventato un suo contrattacco), B. Grabsch e Buxhofer; a l'30" Wrolich, il gruppo-maglia rosa a 3'40". Al termine del 1° giro del circuito finale (10 km all'arrivo), Lunghi transita con l'20" sui quattro immediati inseguitori; a 2'50" Wrolich, a 6' il gruppo-maglia rosa.

Dietro a Lunghi restano Bernucci e B. Grabsch, perdono contatto Bertolini e Buxhofer.

ARRIVO (Chieti - Stadio Angelini - km 205) Vince Denis Lunghi; a 37" B. Grabsch, a 38" Bernucci, a 54" Bertolini e Buxhofer. Wrolich a 3'44". Khalilov ed il gruppo-maglia rosa a 7'47". Tempo del vincitore: 5h3 8'1 C, alla media di 3 6,3 61 km/h.


PROFILO DEL VINCITORE: Denis Lunghi è nato a Biella il 21/1/1976 ed è professionista dal 1998. 1998 - Team Polti 1999 - Team Polti 2000 - Team Colpack 1 vittoria: il GP Carnago (open) 2001 - Team Colpack 1 vittoria: il Giro dei Friuli. 2002 - Team Colpack-Astro La vittoria di Chieti al Giro d'Italia è il suo primo successo stagionale.

BOLLETTINO MEDICO

Nonostante le difficoltà climatiche, da segnalare durante la tappa odierna solo la caduta senza conseguenze del nà 125 FORNACIARI Paolo al krn 105. (I medici di corsa)


COMUNICATI STAMPA DALLA CORSA

SIMONI ABBANDONA IL GIRO

Campobasso, 24 maggio 2002 - Il Team Saeco-Longoni Sport ha comunicato stamane al corridore Gilberto Simoni, prima della partenza della dodicesima tappa a Campobasso, la propria decisione di ritirare l’atleta dall’85° Giro d’Italia.
La società, seppur a malincuore e con profondo dispiacere, è giunta a questa determinazione considerando l’insostenibilità della situazione ambientale venutasi a creare, soprattutto dopo il colloquio di giovedì sera dell’atleta con gli investigatori incaricati dalla Procura di Trento per fare luce sul presunto caso di doping al centro del quale Gilberto Simoni si è venuto a trovare.
Il clima di forte sospetto e di dubbio che grava su questa vicenda rappresenta per una società da sempre ispirata a criteri di massima serietà e trasparenza, nonché per i prestigiosi sponsor che ad essa hanno legato la propria immagine, una situazione di fatto inaccettabile. E’ altresì evidente come l’aspetto sportivo rischi di essere pesantemente penalizzato e mortificato dalla vicenda in corso, come dimostra in modo palese il rilievo assai relativo avuto dalla vittoria di Simoni a Campitello Matese rispetto agli sviluppi del caso doping che lo interessa in queste ore.
Il Team Saeco-Longoni Sport vuole con questa decisione confermare il massimo rispetto verso il Giro d’Italia ed i suoi organizzatori, e soprattutto verso gli sportivi; altresì non accetta che l’atleta e la squadra possano essere oggetto di giudizi e prese di posizione da parte di altri gruppi sportivi o singoli atleti partecipanti alla competizione.
La società vuole infine ribadire che permane nei confronti del corridore un atteggiamento di stima e di fiducia che potrà venire meno solo nel momento in cui risultassero precise responsabilità a suo carico, e a tal fine si attiverà in ogni modo per fare piena chiarezza sull’accaduto e poter dunque assumere in assoluta tranquillità ogni decisione riguardante il prossimo futuro.

 


LA FEBBRE FERMA IVAN QUARANTA

Chieti, 24 maggio 2002 - Giro finito per Ivan Quaranta che oggi ha abbandonato la corsa dopo 53 chilometri a causa di una bronchite.

Già durante la tappa di ieri il velocista del Team Index Alexia soffriva a causa di una bronchite e oggi ha preso il via regolarmente nonostante accusasse febbre (38 gradi).

Dopo qualche chilometro, corso sotto una pioggia scrosciante e con una temperatura piuttosto rigida, le condizioni non sono migliorate, quindi la decisione di abbandonare la corsa.


La notte di Marco Pantani

venerdì 24 maggio 2002 - Ieri dopo la corsa, Marco Pantani è rientrato in albergo con una forte febbre dovuta, come già abbiamo detto, alla bronchite. Il medico dello staff ha quindi deciso di somministrargli una cura di antibiotici per aiutarlo a superare la notte. La notte è passata ma le condizioni di Marco non sono migliorate. Ma questa mattina Marco ha deciso di presentarsi comunque alla partenza della corsa anche se la pioggia e l’abbassamento della temperatura non saranno certo d’aiuto.
Ufficio Stampa Mercatone Uno

Ordine d'arrivo dodicesima tappa:


Classifica generale: