Le Interviste di ROBERTO SARDELLI Intervista Franco Pellizotti |
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febbraio 2005 Dieci giorni fa, il litorale toscano aveva dato il via alla stagione ciclistica 2005 in terra italiana. Ieri è stata la volta della Liguria, proponendo la 42a Edizione del Trofeo Laigueglia. Forte della positiva esperienza maturata sulle strade francesi, il “Delfino di Bibione” Franco Pellizotti è stato grande protagonista della corsa rivierasca, ottenendo un ottimo piazzamento alle spalle del lussemburghese Kim Kirchen. L'ottima
condizione con la quale hai concluso il Giro del Mediterraneo
ha dato i suoi frutti anche al Trofeo Laigueglia. Puoi
raccontare le evoluzioni della corsa che ti hanno consentito
di giocarti il risultato finale insieme a Kirchen, Tiralongo
e Frigo? Una brillante condizione che non si limita al solo Pellizotti ma che si estende a tutta la squadra. Devo dire che in questo momento sto pedalando abbastanza bene. La squadra crede in me e riesce a svolgere un ottimo lavoro. Come ho già accennato, la salita l’abbiamo fatta tutta noi e quando infine è arrivato il tratto più duro ho deciso di andarmene. A cinquecento metri dal G.P.M. mi ha affiancato Kirchen e poco prima di transitare sotto lo striscione, ci hanno raggiunto anche Frigo e Tiralongo. Tutti e quattro abbiamo forzato in discesa ed una volta tornati sull’Aurelia, ci siamo dati dei cambi regolari senza troppi tatticismi perché avevamo un gruppetto di inseguitori a poco più di 20” di distacco. Sul finale sapevo che Frigo avrebbe lavorato per Kirchen, essendo il lussemburghese l’uomo più veloce tra di noi. Temendo che i due uomini FASSA BORTOLO potessero ricorrere ad una logica di scatti alternati, hai cercato di stabilire con Tiralongo una comune strategia di difesa? Non ho mai avuto simili timori perché a Kirchen che era il più veloce non conveniva una certa strategia che poteva portarlo a giocarsi la volata finale a corto di energie. L’unico che poteva provarci era Frigo il quale ha provato a meno di un chilometro dal traguardo ma sono comunque riuscito a rintuzzare il buco con facilità. Hai qualche recriminazione da fare o pensi che Kirchen, essendo il più veloce, fosse effettivamente difficile da battere? Quando abbiamo lanciato la volata ho cambiato rapporto, ma purtroppo non è entrato bene ed ho così perso quei cinque metri che mi hanno fatto fare lo sprint in costante inseguimento. Anche se sapevo che Kirchen era il più veloce, quell’inconveniente non mi ha consentito di affrontare la volata ad armi pari. Talvolta dopo una corsa particolarmente tirata, oltre alle doti di sprinter, conta molto anche la freschezza. Purtroppo sono cose che succedono ed è inutile stare a recriminare. Hai puntualizzato più volte sulle doti dell’atleta lussemburghese. Sembra che tu lo conosca abbastanza bene. Abbiamo tutti e due la stessa età e lo conoscevo già da dilettante. Anche allora era un corridore molto forte e ricordo che ha vinto anche diverse gare internazionali. Penso che abbia tutte le carte in regola per affermarsi e sono convinto che se avrà spazio, saprà fare cose molto belle. Nell’intervista televisiva, dopo l’arrivo, hai accennato ad una particolare disavventura riguardo alle tue scarpette. A che cosa accennavi? Purtroppo ho smarrito le mie scarpette da ciclista ed ho dovuto correre con quelle di scorta. Non disponevo così dei mie plantari, che mi permettono di appoggiare bene il piede. È ovvio comunque che al di là dell’inconveniente, questo episodio non ha in alcun modo condizionato il mio risultato. Tra poco più di un mese, sulla stessa strada dove ti sei giocato la volata del Trofeo Laigueglia, passerai ancora in occasione della Milano-San Remo. Ci pensi al traguardo di Via Roma?
La San Remo è una corsa bellissima e noi della
LIQUIGAS BIANCHI faremo di tutto per vincerla. Del resto,
possiamo giocarci diverse opportunità. Se si
arriverà in volata il nostro uomo sarà
Cipollini, ma se Mario non dovesse tenere in
salita, sia io che Di Luca si potrebbe cercare
di rendere la corsa molto dura e magari, di portare
via un gruppetto. |
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