Sant'Anna
di Vinadio, 7 giugno 2001 -
Nella nottata fra mercoledì e giovedì
alla vigilia della 18ª tappa della Fauniera
e S.Anna di Vinadio, è
scattata nella città di Sanremo che ospita le
venti squadre partecipanti al Giro d'Italia, una mastodontica
operazione di controllo da parte dei Nas sotto la direzione
dalla Procura di Firenze, dopo che i militari del capoluogo
toscano avevano fatto un controllo nelle camere degli
alberghi lasciati dalle squadre la mattina del 27 maggio,
prima della tappa Montecatini-Reggio Emilia.
Nei cestini delle camere i militari trovarono molte
siringhe e molte flebo, ma nessun flacone o scatola
di medicinali. Una mancanza che ha insospettito gli
inquirenti che hanno così deciso di approfondire
la questione. Non è la prima volta che le forze
dell'ordine si presentano a perquisire il Giro: nel
'97 in Trentino toccò alla Mg Technogym, prima
della partenza della tappa Predazzo-Falzes del
5 giugno. I carabinieri del Nas perquisirono l'albergo
della squadra all'alba. Ricordiamo, che già tre
squadre, Lampre-Daikin, Alexia Alluminio e
Mercatone Uno-Stream Tv, avevano rispedito a casa
nei giorni scorsi tre loro corridori, rispettivamente
Barbero, Hervé e Forconi,
risultati non negativi agli esami antidoping effettuati
nei primi due casi prima del Giro, nell'ultimo durante
i normali controlli alla fine del prologo. L'operazione
di questa notte è durata circa sei ore e sono
state perquisite le camere e gli automezzi di tutti
i componenti (corridori, medici, massaggiatori, meccanici
e assistenti) di tutte le squadre partecipanti al Giro
d'Italia. In alcuni casi i corridori dopo essere andati
a dormire alle 2:30 del mattino, sono stati risvegliati
all'alba per firmare il verbale di perquisizione.
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La
riunione dei corrridori, protrattasi dalle
10 del mattino sino alle 15:40 del pomeriggio
© Bettini
Photo
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La cronaca aggiornata del giorno più lungo del
Giro, la potrete leggere aprendo la finestra della diretta
Internet, curata da Bikenews.it dalla sala stampa del
mancato arrivo di Sant'Anna di Vinadio.
Il
nostro pensiero alla notizia dell'annullamento della
tappa e' andato subito ai 50.000 tifosi che aspettavano
quassù le imprese dei loro campioni.
Ma questa notte senza sonno e senza sogni, ha
infranto anche le speranze dei tanti appassionati di
questo sport che dopo due anni hanno rivisto l'incubo
del tutto simile a quello in cui Pantani abbandonava
il suo Giro nella tappa di Madonna di Campiglio.
Ci auguriamo che il ciclismo sia in grado di ripulirsi
dai panni sporchi ed espella le mele marce che lo hanno
avvelenato fino ad oggi. "Non
si può piu' continuare facendo finta che sia
tutto normale". Lo dimostrano i fuggi
fuggi, le paure e il ritrovamento di sporte contenenti
medicinali più o meno leciti e siringhe usate.
E' ora che i ciclisti tornino a bere solo acqua e a
mangiare solo "sane Fiorentine
con l'osso"...Si come quelle che in
Toscana si continuano a mangiare come nulla fosse.
"Alla faccia della Bse....altro che doping".
Se non si torna alle origini e non si cominciano a rifiutare
anche i più banali integratori salini, il ciclismo
avrà sempre l'ombra dell'aiuto innaturale alle
prestazioni atletiche e i tifosi degli stadi del ciclismo,
non riempiranno più gli spalti nei tornanti delle
salite che hanno fatto la storia di quello che è
e rimane lo sport più bello e umano che ci sia,
nonostante gli integratori energetici, le siringhe e
quei "diavoli"
dei preparatori medici.
Non
potete immaginare cosa darei per realizzare il mio sogno
di ciclista figlio d'arte, che ha la sana tradizione
del ciclismo nel sangue: "vorrei
cancellare
in questa notte, l'incubo
vissuto oggi per rivivere domani a ritroso nel tempo,
una tappa sulle bianche
strade del Giro solcate dalle impolverate e pesanti
ruote di quei mitici campioni come furono Bartali,
Coppi e quel
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Mario
Vicini - la leggenda - primo sull'Aubisque nel
Tour 1937
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"nonno"
che da bambino conobbi e mi infuse la vera passione
per le origini del ciclismo e la purezza dell'impresa
condita dal sacro gesto atletico. Quel nonno che ricordero'
sempre nel mio cuore oggi infranto, se n'è andato
anch'esso pochi anni fa come e' stato prima per Fausto
e poi per Gino ed il suo nome - lo scrivo
con le lacrime agli occhi ed il dolore al cuore
- era e rimarra' per sempre quello di Mario Vicini.
Mario, se da lassu' mi senti, batti un colpo, in questo
momento il ciclismo ha bisogno dei sui vecchi e indimenticati
miti. Domani il Giro ricomincia, ma non risorge e
non sarà mai più come prima. Non ci resta
allora che la nostalgia e le lacrime per l'eroico passato
che così come è stato non tornerà
più".
Con
affetto ai tanti tifosi incontrati sulle cime del Giro,
da Andrea Magnani