Francavilla
al mare, 20 maggio 2001
PRIMA
TAPPA DEL GIRO E PRIMO GRANDE ABBANDONO: FRATTURA PER
CASAGRANDE CHE SI RITIRA - PRIME SCINTILLE DEL PIRATA
Di
Michele Lugeri
Il
Giro d'Italia è partito forte, non solo per
la prova missilistica del razzo Rik Verbrugge di
ieri, ma anche per le emozioni che hanno caratterizzato
la prima tappa in linea di 202 km da Giulianova
a Francavilla.
Emozioni tutte concentrate nel finale di gara, senza nulla
togliere ai due eroi di giornata Domenico Gualdi,
prima maglia verde del giro la Mobilvetta - Formaggi Trentini,
e Mirko Marini della Liquigas - Pata che sono scappati
appena poco dopo il via per attraversare tutto l'Abruzzo
dal mare al Gran Sasso, ai piedi della Maiella per un
totale di centosettanta chilometri di fuga.
Il gruppo ha vigilato grazie agli uomini della Lotto-Adecco,
alla difesa della maglia rosa Verbrugge; ma quando sembrava
che il controllo dovesse passare in mano alle squadre
dei velocisti, ecco che scoppia il finimondo.
Sotto una pioggia non battente, ma fitta ed insidiosa,
il manto stradale si trasformava in una pista saponata,
pronto a mietere vittime nella discesa che da Chieti conduce
all'arrivo di Francavilla.
Nel gruppo corre un passaparola: andare piano. Ma l'ordine
non riesce a girare perché i ciclisti vengono giù
a grappoli. Frigo addirittura fa notare che le
ruote gli scappavano di già in salita per chiudere
il buco provocato da Pantani.
Si, perché Marco Pantani, che come suo solito
corre "a sensazioni" ha cercato dei segnali:
ed ha trovato forza, prontezza e destrezza. Facendo sobbalzare
Gimondi dalla sua sedia in sala stampa.
Il Pirata partito in contrattacco dopo gli allunghi inaugurali
degli uomini della Kelme, ha costretto allo scoperto tutti
i pretendenti alla vittoria del Giro, scappando addirittura
in compagnia di Piccoli e di Simoni. Ecco
allora Frigo ricucire gli strappi per Casagrande
e Di Luca intervenire in prima persona.
Ma è in discesa che va in scena il thrilling: scivolate
a ripetizione, prima provocate dalla strada e poi dalla
paura che irrigidisce i corridori. Cadono in molti, e
tutti nomi eccellenti: Casagrande, Di Luca, Savoldelli
e Sacchi, Garzelli e Scinto.
Tra questi è il toscano della Fassa Bortolo a farne
le spese: la frattura del radio lo toglie di scena già
dal primo giorno e non solo, è messo in dubbio
anche un recupero per il Tour de France.
Anche il vincitore uscente Garzelli cade procurandosi
una contusione alla zona sacrale con una leggera distorsione
al ginocchio destro, come ci ha riferito telefonicamente
Franco Ballerini, uomo immagine della Mapei Quick
Step. Anche Luca Scinto ha riportato varie contusioni,
forse meno preoccupanti di quanto fosse sembrato in un
primo momento. Per loro la speranza di una tappa serena
di trasferimento ed il recupero fisico nei prossimi giorni.
Malconcio anche Sacchi, contusioni per lui.
Davanti invece i funamboli che mantengono le ruote aderenti
al terreno si avvantaggiano sempre di più, e soprattutto
per Marco Pantani si è trattato di annullare
una trentina di secondi accumulati nel cronoprologo. Ma
nessuno di questi stava a guardare: tenacemente Verbrugge
porta in salvo la sua maglia recuperando sugli attivissimi
Once Olano e Hruska, che mantengono alto
il ritmo fino allo sprint finale ristretto a sedici uomini.
La volata si svolge in un lungo rettilineo, al termine
dei tre chilometri la spunta Ellis Ratelli su Vladimir
Duma e Gabriele Colombo, partito lungo ai trecento
metri e rimontato sul traguardo.
Con questa vittoria di Rastelli si può certo
affermare che la Liquigas - Pata ha dominato la tappa,
ma la mossa di Pantani ha costretto allo scoperto
fin da subito tutti gli uomini di classifica, cambiando
bruscamente il volto alla tappa. La pioggia e l'asfalto
viscido hanno poi drammaticamente segnato il destino del
Giro di Francesco Casagrande: il sogno di riprendersi
la maglia rosa persa malamente nel 2000; tutti gli sforzi
di fatti da Ferretti per lui, sono persi. A questo
punto sarà Dario Frigo l'erede designato
per cercare il successo per la squadra trevigiana.
Domani tappa per velocisti per davvero. Molti corridori
avranno tempo per leccarsi le ferite e meditare il recupero.
Tra questi Danilo Di Luca, scivolato in discesa
ed invischiato a trenta secondi dai battistrada, perso
anche dai suoi nei momenti concitati della discesa. Forse
non voleva la maglia rosa da subito, ma il giovane abruzzese
avrebbe preferito un esordio casalingo senza brividi e
senza quei secondi di troppo persi a Francavilla.