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- CAMPIONATI del MONDO di CICLOCROSS -
   
  

CAMPIONATI MONDIALI DI CICLOCROSS, TABOR – REPUBBLICA CECA

 

Intervista ad Annabella Stropparo; Tabor, 3 Febbraio 2001

Intervista rilasciata a Michele Lugeri al termine della gara mondiale valevole per il titolo femminile.

 

Foto Michele Lugeri
Annabella Stropparo

Sul percorso ghiacciato come si va?

Si va via bene. La nazionale mi ha cambiato le ruote all’ultimo secondo. Non erano neanche tubolari. Mi sono trovata molto bene.

Ma hai qualche rimpianto, visto la gara che hai fatto, per aver impiantato la stagione sulla mountain bike?

Ho lavorato in preparazione per la mountain bike: lavorando sul fondo non puoi avere il ritmo.

Adesso, finito il mondiale, torni ad allenarti alle Canarie?

Andremo con la squadra in ritiro a Nizza e se mi lasciano due giorni liberi parteciperò al Campionato d’Inverno, che è li vicino a Sestri, il tre e quattro marzo.

A Ragusa non andrai? So che ti hanno contattata.

Ci saranno troppe spese, non so se potrò affrontarle.

 

Hai espresso delle difficoltà per la tua preparazione. Ciò dimostra che ciclocross e mountain bike non sono due specialità compatibili, ma molto diverse.

Infatti s’è visto alla partenza, ero in prima fila, alla curva ero già ultima! Non ce n’erano più dietro! Se non hai la partenza non puoi competere.

Quindi mezz’ora di corsa è troppo poco per tentare un recupero.

Ma se non ho neanche sudato! L’unica cosa è correre. Se il prossimo anno voglio fare il mondiale, devo prepararmi per il mondiale. Far delle gare, venire all’estero, correre e fare il ritmo di gara. Correndo all’estero ti confronti con le ragazze che ti stanno davanti.

C’è per voi ragazze una specie di Coppa del Mondo?

Puoi fare tutte le gare dei maschi, ma non è riconosciuta una coppa.

Per queste trasferte è prevista un'adeguata copertura delle spese?

In campo internazionale, c'è un rimborso spese, ma niente di più.

 

Intervista ad Enrico Franzoi, campione italiano under 23; Tabor, 3 Febbraio 2001

 

Enrico, cosa ti è successo? Raccontaci della tua caduta.

Enrico Franzoi è un ragazzo timido, non risponde subito alla prima domanda, pesa giustamente le parole. Allora rompe il ghiaccio il compagno di nazionale under 23 Francesco Case che risponde per lui: “Xè che ‘ndavo massa forte!” (è perché andavo troppo forte!). Così, dopo una risata, il ragazzo racconta:

Son partito malissimo e pensavo che la gara fosse ormai compromessa. Ho visto che Sbetta e Case erano già nelle prime posizioni e mi sono detto: bene, almeno i compagni stanno davanti.

Dopo ho iniziato a recuperare, ero intorno alla decima posizione e sono caduto due volte, ma il percorso era difficile per tutti e ci può stare una caduta. La seconda è stata molto dura. Ho sbattuto violentemente la gamba. Così, d’istinto, ho ripreso la bici e sono rimontato subito in sella. Ho fatto solo mezzo giro, ricordo il papà di Case…e poi più nulla.

Peccato perché stavo ingranando. Infatti la salita più lunga del percorso la facevo bene.

Tra l’altro, non si trovano più tante salite lunghe nel ciclocross.

Si, è vero. Quella salita si poteva fare di rapporto, uno stradista come me si trovava bene.

Torniamo alla tua caduta: cosa ti hanno detto all’ospedale?

Mah, solo una botta forte. Ho avuto un po’ di spavento perché non mi ricordavo più i nomi delle persone che conosco.

A parte quello di Bonotto, il tuo ex direttore sportivo, che hai invocato subito.

Si, mi ha accompagnato in ambulanza. Poi sono arrivati anche i miei genitori e mia sorella. Adesso è passato tutto. Ho ancora un dolore forte alla coscia e basta.

Ormai il mondiale, e la stagione del cross, è passato e non dovete più preoccuparvi. Così adesso potete godere un po’ di relax in discoteca. In questi giorni si è fatto un gran parlare delle serate dei calciatori dell’Inter e della Roma, ma in fondo un po’ di svago ve lo meritate, no?

Un po’ di musica ci vuole, e poi , in queste condizioni, non posso certo scatenarmi!


Incontro con le atlete della nazionale olandese Corine Dorland (medaglia d’argento), Debby Mansveld, Reza Hormes-Ravenstijn; Tabor, 4 febbraio 2001

 

Ho incontrato le crossiste durante l’intervallo tra la gara juniores e quella élite mentre ci trovavamo a prendere un caffè al distributore automatico in un supermercato di Tabor che si affaccia a ridosso del circuito mondiale. Grazie alla loro semplicità e disponibilità, abbiamo potuto fare quattro chiacchiere insieme.

 

Qual è la vostra opinione sulla lunghezza della gara? Trenta minuti sono pochi per voi?

Dorland: penso che quaranta minuti sono alla nostra portata. Forse il prossimo anno correremo dieci minuti in più.

Qualcuna di voi corre anche in mountain bike?

No, nessuna di noi.

Come vi siete trovate sul percorso di gara?

Dorland: era difficile per le condizioni atmosferiche, non tanto per il freddo, piuttosto per la neve ed il ghiaccio.

Hormes-Ravenstijn: ma era così per tutti: fa parte del gioco.

Vi siete allenate a correre in queste condizioni?

No, mai.

Alle Olimpiadi estive è arrivata la mountain bike. Pensate sia giunto il momento di richiedere il ciclocross come specialità olimpica invernale?

Dorland: è una buona idea, ma non sappiamo se nelle federazioni c’è questa volontà.

Forse è perché non ci sono molti paesi partecipanti?

Dorland: è lo stesso anche per il pattinaggio sul ghiaccio, ci sono pochi paesi (tra cui l’Olanda è uno dei più forti), eppure partecipano ai Giochi.

Potreste essere voi atleti a promuovere quest’iniziativa?

Non sapremmo in effetti dove rivolgerci.

Tutto dipende dal mercato. Come per Atlanta, se gli sponsor e gli Stati Uniti si avvicinano al ciclocross, allora si può ripetere il fenomeno mountain bike. Forse la Rabobank può aiutarvi?

No, (ridono…) non lo pensiamo proprio!!

Per finire: un pronostico per il vincitore tra gli élite.

In coro: Groenendaal…vogliamo fare festa, stasera!

Pontoni, Dlask, De Clerq e Olanda fuori dal podio?

Oh, no, no…Dorland: Pontoni farà una buona gara, ma non vincerà. E poi saliremo sicuramente sul podio.

Altri favoriti tra i vostri connazionali?

Wim De Vos  e Gerben De Knegt.

 

Michele Lugeri michele.lugeri@bikenews.zzn.com

Altri articoli di Michele Lugeri: Le interviste dei Camp. del mondo di ciclocross - Il punto del 20 febbraio 2001 - Tirreno Adriatico - Milano Sanremo