TRECENTO
SOTTO ZERO
Nel ghiaccio di Bassano centinaia
di corridori si sono disputati le maglie tricolori del ciclocross:
brilla l'astro di Franzoi, erede dell'eterno Pontoni
di Michele Lugeri
Bassano
del Grappa (VI), 12 gennaio 2003 - Grande
festa del cross tricolore alle pendici del Monte Grappa,
nella pittoresca cornice di Bassano che ha ospitato nel
"Parco dei ragazzi del '99" l'edizione 2003 dei
Campionati Italiani di ogni categoria, dagli esordienti
fino ai professionisti Elite.
Le
prime ore del mattino hanno costretto i tredicenni esordienti
ad aprire la manifestazione sfidando temperature sotto zero
e un percorso dal fondo durissimo, su cui hanno dovuto mostrare
anche ampie doti di equilibrismo sul ghiaccio che ha provocato
numerosi scivoloni: non è un caso se i migliori si
sono presentati al via con delle scarpe provviste di tacchetti
acuminati come chiodi.
Non sono stati installati gli ostacoli artificiali, tanto
cari alla tradizione crossistica del passato: anzi il fondo
duro ha consentito di sostenere un'elevata velocità
e gli unici ostacoli "naturali" potevano essere
creati dai solchi scavati nel fango delle curve più
secche.
Col
passare delle ore e delle corse - ben quattro per nove categorie
d'età - il percorso ha ceduto al fango infido il
ruolo di protagonista prima riservato all'erba ghiacciata,
mentre il sole rinfrancava l'animo dei tanti spettatori
e addetti ai lavori.
Lo
spettacolo non è certo mancato, grazie alle scoppiettanti
esibizioni delle categorie giovanili che hanno infiammato
la mattina con duelli appassionanti, con volate da brivido,
cadute e scivolate nelle curve strette dei labirinti.
La
tensione sale già con la gara che vede al via uomini
e donne juniores e donne elite: in palio, oltre ai titoli
nazionali, anche le convocazioni ai Mondiali di Monopoli
(Bari) dell'1-2 febbraio prossimi: vestire in casa la maglia
azzurra è uno stimolo irresistibile per chiunque.
Derek
Zampedri e Annabella Stropparo hanno dominato
le rispettive corse con un'inesorabile rimonta da metà
gara in avanti: per loro già cresce una giusta attesa
per i Mondiali.
Ma
il clou della giornata non poteva essere che la prova "Open":
gli élite di Pontoni e gli under 23 di Franzoi
si sono sfidati per il titolo della rispettiva categoria
e per la vittoria assoluta.
Ha prevalso il giovane ventenne di Mogliano Veneto (TV)
Enrico Franzoi, talento scoperto e cresciuto dal
Patron Giancarlo Bonotto del G.S. Mogliano-Colorificio
San Marco, società votata esclusivamente al ciclismo
giovanile.
Sotto la sua guida Enrico è maturato fino a sfiorare
il successo mondiale nel cross ed a partecipare anche alla
prova iridata della crono individuale: Franzoi è
stato l'unico corridore al mondo a prendere parte ai due
eventi mondiali ospitati nel 2002 a Zolder,
per i colori del G.S. Trevigiani Mapei: gli stessi
del Campione del Mondo su strada under 23 Francesco Chicchi.
Vince
Daniele Pontoni tra gli élite. Per il fuoriclasse
friulano è la quattordicesima maglia tricolore: un
dominio incontrastato, se consideriamo che la serie è
stata spezzata solo da una controversa squalifica per doping.
Certo, Daniele non ha vinto la gara assoluta, dominata dal
primo all'ultimo metro da Franzoi, ma anche nel 1993,
da dilettante, era stato superato dal "pro" Margon.
"Franzoi, non rappresenta
il futuro...è una certezza già da anni, l'ho
sempre detto" dice Pontoni, esausto
dopo l'arrivo "per quanto
mi riguarda ho dovuto combattere con i postumi di una caduta
e dei problemi di respirazione che mi hanno costretto a
a sedermi a terra dopo l'arrivo...Franzoi non lo
potevo raggiungere...ma sicuramente sono stato battuto prima
dalla carta d'identità..."
Sono
sedici gli anni di differenza tra Pontoni e Franzoi:
gli anni dei tricolori e dei due titoli iridati e delle
tante medaglie del corridore friulano che ha saputo rinunciare
alle lusinghe del ciclismo su strada per continuare a ricoprirsi
di tanto fango e di poco denaro lungo i sentieri di boschi
e parchi d'europa.
Nulla
lascia intendere ad un prossimo ritiro dall'attività
di Pontoni, tutt'altro: è troppo vicino l'obiettivo
Monopoli per avere in testa altre idee.
"I belgi in questo momento
sono un gradino più su...ma dalla parte mia ci sono
ancora venti giorni e l'entusiasmo della maglia azzurra...in
casa...che può dare un quindici per cento in più...Tutto
questo non vuol dir nulla, ma questi giorni adesso mi faranno
bene".
Più
grandi gli obiettivi a portata di Franzoi: il successo
assoluto di oggi è una grande iniezione di fiducia
per il giovane moglianese. La consapevolezza di essere il
miglior crossiste d'Italia e l'esperienza accumulata in
Coppa del Mondo e nei circuiti fiamminghi gomito a gomito
coi vari De Clerq, Nijs, Groenendaal
fa di Enrico uno dei primi dieci-quindici ciclopratisti
al mondo.
E senza dubbio il miglior giovane tra questi mostri sacri.
In bocca al lupo, Enrico, la volata sfortunata di Zolder
che ti ha regalato la medaglia di legno del quarto posto
è lontana: il primo giorno di febbraio ti aspetta
sulla costa adriatica col cielo azzurro di Puglia che non
aspetta altro che essere striato coi colori dell'arcobaleno.
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