ERIK
ZABEL DA MISTER SANREMO A MISTER SPRINT DELLA GRANDE
BOUCLE, CENTRA IL BIS NELLA 3ª TAPPA E LA DECIMA
VITTORIA IN CARRIERA AL TOUR DE FRANCE.
di Andrea Magnani
LA
MAGLIA GIALLA DAL BELGIO VOLA IN AUSTRALIA SULLE
SPALLE DI STUART O' GRADY
Le
strade del Belgio con
le loro Cotes, delizia
per arrembanti corridori da classiche del Nord,
ha fatto già le prime due vittime, il primo
è l'ormai ex maglia gialla, il belga
Wauters, vincitore ieri e sconfitto
oggi dopo essere giunto al traguardo con un ritardo
abissale, dirà ai microfoni dei giornalisti:
"dopo la fatica di
ieri oggi ero sfinito". L'altro
è un azzurro, che poteva essere il protagonista
qui in Francia, se solo nella prima tappa del Giro
d'Italia, non fosse caduto, fratturandosi
il polso. Da quell'infortunio sono passati 50 tribolati
giorni, ma Francesco Casagrande,
portacolori della Fassa Bortolo non ha mai recuperato
appieno la condizione, tranne che alla
Route du Sud dove ha vinto l'ultima tappa,
non ha potuto lasciare il segno nemmeno al campionato
italiano su strada. Oggi sulle colline belghe ha
definitivamente alzato bandiera bianca, sulle speranze
di puntare alla classifica finale. Casagrande
è rimasto attardato, perdendo la ruota dal
gruppo degli scatenati corridori mentre si affrontavano
i muri, invasi da una folla in festa. Alla fine
giungerà con quasi 5 minuti di ritardo sul
vincitore Zabel.
Sulle
tre cotes del percorso, il gruppo si scatena e nascono
in successione gli attacchi prima della coppia Nicolas
Jalabert e Guesdon
e poi quello di Bettini
e Rik Verbrugghe. Ma
non c'e' nulla da fare il gruppo è troppo
fresco e le squadre dei velocisti, Telekom in
testa lottano per un arrivo in volata e così
è ancora Erik Zabel
che si presenta ai 500 metri, questa
volta aiutato dai compagni di squadra, vince nettamente
alzando le mani in segno di festa sul suo Bis in
questa edizione e la 10ª vittoria in carriera
al Tour.
Battuti
Bartoli e Museeuw,
forse a sproposito individuati come i favoriti di
giornata. Anche se si correva oggi in Belgio, il
clima non era certo da classica del Nord e si è
visto dai risultati e dall'andamento della corsa.
In
classifica invece è successo un piccolo e
indolore terremoto, a parte che per Wauters.
O'Grady ha beneficiato della giornataccia
capitata al belga trionfatore ieri ad Anversa, il
quale è tornato umilmente corridore di seconda
fascia, giungendo al traguardo con un ritardo che
neppure noi siamo riusciti a quantificare, con in
dosso la vergogna di aver portato per un giorno
quella maglia, che non gli appartiene. Ed infatti
in questa settimana di attesa delle grandi salite
e dei veri valori in campo, "l'acchiappa maglia
gialla" rappresenta un giochetto futile da
bimbi in monopattino (se non fosse per i soldi che
ci girano intorno) e dal "Bel Paese" rimpiangiamo
il rosso Saeco di Cipollini dipinto di giallo
dal casco passando per il body, alla sua Cannondale,
fino alle scarpette. "Questo
è il Tour che hanno voluto i francesi nella
prima settimana e senza Re Leone ad "onorarlo"
questo è quello che si meritano."
Oggi
tocca dunque all'australiano O' Grady, portare
il segno del prestigio, ma si sa, questa sera quella
maglia la potrebbe indossare qualcuno più
furbo nel succhiare le ruote e non più bravo
sui terreni, "la salita" o "la volata",
che danno la vera dimensione del grande ciclismo,
quello con la "C" maiuscola ed
anche il Tour infine, puo' diventare, solo
una ricca, anzi straricca Kermesse, senza anima
e senza gloria.