PARATA DI CAMPIONI PER I 25 ANNI DI ATTIVITÁ DELLA SOCIETÁ CICLISTICA FAVARO VENETO
Giordano Cottur, Ercole Baldini e Franco Bitossi hanno onorato la festa dei 140 iscritti della società mestrina
di Michele Lugeri
Vedelago (TV) 18.11.2001 - Quante volte ci troviamo, nei nostri discorsi di appassionati o negli articoli più infervorati contro il doping, o le pazzie tattiche dei professionisti, ad invocare l’unica "medicina" per uno sport come il ciclismo che troppe persone giudicano ormai come malato?
Qual è questa medicina, allora?
Si, stiamo parlando della cosiddetta "base", ossia dal popolo infinito di ciclisti che sempre e comunque inforca una bici e riempie le strade d’Italia nelle Gran Fondo, nei Cicloraduni, nelle corse intorno al campanile, nelle passeggiate ecologiche.
Ma anche i Cicloturisti, agonisti atipici, hanno i loro campionati e festeggiano i loro scudetti. Le loro gare, pardon le nostre gare (chi vi scrive è un ciclista…) si svolgono da marzo fino ad ottobre su base regionale, con l’occasione del Cicloraduno Nazionale dove convergono tutte le squadre cicloturistiche d’Italia per una festa di tremila corridori.
Nel 2001 l’appuntamento tricolore si è celebrato a Cuneo, proprio ai piedi del Colle della Fauniera, orfano del Giro d’Italia…
Oggi parlo di una di queste squadre, la Società Ciclistica Favaro Veneto, che da venticinque anni riesce a coinvolgere decine e decine di corridori di tutte le età offrendo stimoli e divertimento per ogni livello agonistico, vantando inoltre una nutrita rappresentanza femminile.
A Favaro Veneto, alle porte di Mestre, si detiene da anni il record veneto dei tesserati alla FCI: sono 140 gli atleti vestiti dei colori bianco-blu, e sul petto nessuno sponsor, solo il nome della propria squadra.
Tutti questi appassionati ruotano intorno all’officina dei fratelli Pavan, Silvano buon ciclocrossista negli anni del suo grande amico e campione Renato Longo, e Stefano dal buon passato di calciatore.
Ma all’officina Pavan non passano solo i corridori della domenica: Massimo Cigana, professionista della Mercatone Uno, è di casa a Favaro; con i miei occhi ho visto la licenza UCI di Graham O’Bree, lasciata dal recordman dell’Ora come ricordo della sua partecipazione alla kermesse dei "1000 metri del Corso" di Mestre; è stato visto Serguey Gonchar fermarsi lì, in piazza a Favaro, a prendere in prestito un paio di ruote da cronometro che gli valsero l’argento iridato di San Sebastian’97; anche l’olimpionica Antonella Bellutti ha usufruito di un bel manubrio aerodinamico opportunamente modificato da sapienti mani artigiane, per non parlare dei numerosi triatleti che chiedono la messa a punto per le loro specialissime, o dei bikers che cercano nuovi modi per intrecciare i raggi delle loro ruote.
Probabilmente i 140 di Favaro Veneto sono tra i più fortunati corridori nel nostro paese: avere due ottimi meccanici che riparano "a vita" qualsiasi problema della loro bici è cosa più unica che rara.
Ma come vive una squadra senza sponsor e con dei meccanici che non si fanno mai pagare la mano d’opera?
Passione. E divertimento.
Così i centoquaranta sono diventati, con amici, fidanzate, mariti e figli, più di duecento persone quando domenica scorsa, in un grande ristorante del trevigiano, si sono ritrovati per festeggiare i venticinque anni di attività della società.
Ma la festa è stata doppia in quanto, nella sala attigua agli "Aquilotti" di Favaro, si riunivano anche le vecchie glorie del ciclismo del Triveneto, con la puntata di altri grandi ospiti.
Così queste stelle del passato non hanno perso occasione di incontrare tanti militanti della base.
Ed ecco apparire, tra gli applausi, la figura leggendaria di Giordano Cottur, classe 1914, triestino e primo corridore ad entrare nella sua città ancora occupata dalle truppe americane nel Giro 1946, il Giro della Resurrezione dopo la guerra.
Poi la visita di Franco Bitossi, eroe sfortunato di Gap ‘72 e mitico "Cuore Matto" per via delle sue aritmie, con Wladimiro Panizza ancora forte del primato di partecipazioni al Giro con 18 anni di fedeltà; ecco apparire anche l’Olimpionico, iridato e recordman dell’Ora Ercole Baldini; a sorpresa arriva Giovanni Pinarello ad intrattenersi con le Campionesse Sociali Antonella Baldan e Sandra Ricci; e poi Arturo Sabbadin, campione tra i professionisti nel 1961, e Flavio Martini due volte bronzo nella 100 km a squadre e detentore del record di ben 214 vittorie tra i dilettanti.
Questi campioni hanno saputo dare parole d’incoraggiamento a tutti gli appassionati presenti, ed hanno anche riconosciuto il valore della partecipazione sportiva della "base" partecipando a questa festa della Società Ciclistica Favaro Veneto e premiando i Campioni Sociali, ossia i corridori più fedeli ed assidui di tutta la stagione.
E vincere questo titolo in casa Favaro non è certo semplice: il Campione Sociale 2001, Massimo Zaffalon, per vestire la maglia di leader ha dovuto partecipare a tutti e 26 raduni in programma e ben tre gran fondo agonistiche del calibro della Campagnolo, della Pinarello e della Chesini, per un totale di 4000 km macinati in gara…la domenica!
Con questi numeri, che dimostrano la salute del movimento, non ce la sentiamo di dire che il ciclismo è uno sport malato, uno sport povero. Non certo il ciclismo della base.
LE
FOTO
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S.C.
Favaro Veneto: la foto di gruppo - Photo
Lugeri
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Cottur
e Martini premiano il Camp. sociale Massimo Zaffalon -
Photo Lugeri
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I
campioni sociali 2001 della S.C. Favaro Veneto -
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Giovanni
Pinarello in compagnia delle campionesse sociali-
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Ercole
Baldini e Silvano Pavan - Photo Lugeri
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Pavan
in compagnia di Panizza - Photo Lugeri
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Ercole
Baldini, Sandra Ricci e Giovanni Pinarello -
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Ercole
Baldini - Photo Lugeri
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Franco
Bitossi - Photo Lugeri
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Arturo
Sabbadin e Silvano Pavan - Photo Lugeri
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Le
promesse del ciclismo della S.C. Favaro Veneto
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Ercole
Baldini - Photo Lugeri
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Gli
auguri alla S.C. Favaro Veneto: la torta -
Photo Lugeri
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