Il
RACCONTO
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Monte Petrano 25 maggio 2009 - Sono le 21:15 quando lascio gli ultimi giornalisti al lavoro per scendere dai 1000 metri di altitudine di questo terrazzo sulle colline marchigiane alla volta di Cagli e poi Fano e finalmente casa - domani riposo - chi puo', raggiunge la famiglia per un giorno di relax. Prima di uscire saluto il collega Viberti (per intenderci uno dei due giornalisti biondi gemelli) ancora concentrato sul suo pezzo per il giornale in edicola domani; raccolgo le mie due digitali, il computer, metto tutto nello zaino e poi come al solito mai dimenticare di ricontrollare bene di non aver lasciato nulla sul tavolo, perche' poi chi ritorna quassu'! (una volta ad una tappa a Rovereto mi dimenticai in mezzo ai comunicati stampa un orologio......bello no?) Lascio la sala, Meda e Diciatteo di Rcs Sport già sono spariti - saranno ormai giù a Cagli a tavola mentre io mi consolo con una gentilissima signora addetta al ristoro della colonia che oggi ci ha ospitato e lei mi offre gli ultimi dolcetti rimasti. Io goloso quanto non meno affamato ne approfitto pensando che nello zaino custodisco gelosamente il bottino di giornata: una buona bottiglia di vino Sangiovese delle Marche che un viticoltore appassionato ha donato a noi proletari della stampa; regalo con affisso un'etichetta commemorativa: "Edizione Speciale Giro Centoanni"....e parto. Lassù dove c'erano 35 gradi a mezzogiorno come all'arrivo dei ciclisti ora c'è solo il silenzio e l'avanzare della notte e domina il timido lampeggio di centinaia di lucciole, non più il clamore della folla e la voce dello speaker acclamante delle vicende sportive. Nonostante la pace scorgo ancora segni vita: dal buio sbuca una coppietta di giovani tifosi che hanno approfittato dell'imbrunire ispirati dal vento dolce e il romantico crepitio dei grilli, chissà, si saranno appartati per amarsi dolcemente in mezzo all'erba mossa dalla brezza serale. Più in là poi scopro la strada essere ancora bloccata, ci risiamo la solita deviazione nei campi, c'è ancora il palco del Processo da smontare, anche i ristoratori ambulanti chiudono il chiosco a quattro ruote, accendono i motori e infine si scende tutti insieme creando un corteo che chiamano Carovana del Giro. Solamente che portare quassu' per questi 10 Km di salita con sede stradale non piu' larga di 4 metri mezzi cosi' impegnativi da gestire è stata un'impresa e penso: "cavolo e così sarà anche per il ritorno!" Non tutti sanno che gli addetti ai trasporti del palco come delle infrastrutture che ogni giorno all'alba si montano e al tramonto si smontano, fanno parte di un team olandese una squadra speciale, nulla di simile a Rabobank - lingua parlata a parte - ma MOVICO e sono proprio in gamba. Vi racconto quindi con le foto pubblicate sotto un aspetto nascosto del loro lavoro. Si perchè siccome la strada è stretta ad ogni tornante c'era da aspettare che scendessero dalle motrici e tutti insieme controllassero, guidassero e agevolassero con stratagemmi da Overland la fuoriuscita delle gomme del bilico del palco delle premiazioni del Giro; il più lungo e difficile da guidare giù per il Monte Petrano. Io ero li e ho usato la mia digitalcamera per documentare il lavoro che fanno questi ragazzi permettendoci ogni giorno di assistere al meglio in tv o dal vivo a questo spettacolo che è il Giro d'Italia. La mia fame invece?....per fortuna c'erano i dolcetti della colonia e anche loro come Sastre oggi anche loro facevano parte della carovana del Giro e alla fine hanno fatto il loro dovere - Finalmente a tarda notte dopo avere salutato quei fantastici olandesi sono rincasato dalla mia Lei. Arrivederci al Block House Andrea Magnani |
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Arrivederci
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