BIKENEWSLIVE:
la
cronaca :
I
3100 atleti iscritti sono partiti alle ore 9:05 da Cervia,
in compagnia di campioni come Miguel
Indurain, Ercole Baldini,
Arnaldo Pambianco, Andrea
Collinelli e Silvio Martinello.
Il gruppo
ha imboccato la via Cervese in direzione di Pisignano,
verso le colline romagnole di Bertinoro. Per i primi chilometri
di pianura il gruppo ha pedalato ad una andatura turistica a
differenza di quanto avviene in altre Gran Fondo come la Nove
Colli di Cesenatico, dove allo Start, i corridori della
prima griglia ingranano la 5ª ad una andatura di 60 km
l'ora. A Lizzano, prima
salita breve, ma spezza gambe, il gruppo transita compatto alle
ore 09:50.
Dopo un breve tratto di falsopiano il percorso devia a sinistra
in direzione di Polenta,
salita di poco più di 3 km con altezza di 300 mt. s.l.m.
e pendenza massima del 13%. E' proprio qui sul primo strappo
che parte Claudio Vandelli,
il quale riesce a guadagnare un margine di una manciata di secondi.
Nella successiva ripida discesa che porta la carovana ai piedi
della Valle del Savio, in località
San Carlo di Cesena, nella
curva che immette sulla provinciale per Mercato
Saraceno, dietro a Vandelli
vediamo sbucare la sagoma di Marcellino
Lucchi,
il quale
approfittando delle sue doti di motociclista
professionista, ha affrontato il rettilineo finale ad una velocità
da far paura anche ai più implacabili autovelox. Marcellino
Lucchi per chi non lo sapesse, oltre ad essere un
gran tifoso di Pantani,
è anche un vero appassionato delle due ruote, non solo
a motore. Molto spesso lo incontriamo, fra una gara di moto-mondiale
e l'altra sulle strade asfaltate delle corse ciclistiche ed
anche quelle infangate della MTB. Il romagnolo di
Borello di Cesena, transita solitario davanti al
pubblico di casa, con un irrisorio margine di vantaggio, fino
a quando a Piavola non lo
raggiunge il gruppo. Dopo lo strappo di Linaro,
in località Ranchio,
il gruppo devia a sinistra per la vera grande salita di questa
corsa. Si tratta del Passo del Finocchio
che dopo 10 km di salita e la successiva discesa, porta i corridori
a Sarsina. A questo punto
si cominciano a portare davanti gli uomini più in forma
che aspirano alla vittoria finale. Notiamo subito una squadra
composta da almeno una decina di elementi che da come si comporta
e dall'assistenza che vanta al suo seguito, (ammiraglia e moto
di appoggio) non ha nulla da invidiare ai blasonati Team professionistici.
Se ne devono essere accorti anche i due ciclisti d'eccezione:
Emanuele Negrini della Cantina
Tollo-Acqua&Sapone, iscritto nella cat.elite e Gianpaolo
Mondini della Mercatone Uno-Stream
Tv, in allenamento, i quali l'uno bolognese e l'altro
faentino, avranno pensato ieri di fare questa mattina una scampagnata
in quel di Cervia; ma non hanno calcolato che l'impegno e la
passione dei gran fondisti per le loro performance, non hanno
nulla da invidiare a quelle dei Professionisti. Sarà
per questo o anche perchè i due professionisti erano
in minoranza, che prima Mondini,
a causa di un guasto meccanico e poi Negrini,
in un momento di crisi, si sono visti in difficoltà sulle
rampe del Finocchio, prima del
loro recupero spinto dall'orgoglio ferito. La selezione su questa
salita è stata dunque importante e davanti sono rimasti
in otto con il resto del plotone frazionato in vari gruppetti.
Dopo essere transitati per Sarsina
e Mercato Saraceno, gli
otto fuggitivi che hanno un margine di vantaggio di 1' circa
su un altro gruppo di inseguitori, affronta l'impegnativa salita
di Monte Vecchio, 5 km con
una pendenza media del 9%, dove Pinto
e Sargenti escono
dal gruppo. Ennesima discesa in direzione di San
Carlo, dove Sargenti
(Selle Italia-Pacific),
transita solo con una cinquantina di metri di margine residuo.
Il gruppo è sempre tirato dalla squadra Pennelli
Cinghiale, l'unica vera protagonista della corsa che
oggi lavorava in particolare per Roberto
Moretti. Nella salita di Luzzena,
Sargenti riesce a resistere
all'attacco degli inseguitori e sfoderando le sue doti di scalatore,
incrementa il suo vantaggio che in cima abbiamo registrato a
1'10''. A questo punto dopo la lunga discesa ed il falsopiano
che attraverso Meldola porta
i battistrada a località Fratta
Terme, ad affrontare l'ultima salita, la situazione
vede davanti Massimo Sargenti
e dietro un manipolo di 7 uomini fra i quali Balducci,
Colage, Gourayev, Negrini e Mondini.
Ma a 3 km da Fratta Terme
termina l'avventura solitaria di Massimo
Sargenti, il quale non si da per vinto e nell'ultima
salita di Polenta, affrontata
in senso contrario rispetto alla partenza, detta ancora la sua
legge con un poderoso forcing in piedi sui pedali. Dietro agli
otto battistrada a più di un minuto ci sono altri tre
uomini dei quali due sono sempre della squadra Pennelli
Cinghiale e l'altro è il sammarinese soprannominato
"Bistecca"
(ci dirà poi il perché di questo soprannome....per
le sue innumerevoli mangiate a base di bistecca di cavallo)
del G.S. Dogana. Questo atleta
non più giovanissimo si fa notare per il suo stile e
la somiglianza a Davide Rebellin.
Nell'ultimo tratto di pianura di 21 km che divide i fuggitivi
dal traguardo di Cervia,
in località Santa Maria Nuova
di Bertinoro, c'è
lo scatto deciso di Andrea Gourayev
della Pennelli Cinghiale
il quale, nonostante il forte vento contrario proveniente dal
mare, non indugia nel suo intento e raggiunge in poco più
di un Km, un vantaggio di 400 metri. Dietro a lui i due suoi
gregari rompono i cambi e gli altri del gruppo non insistono
nel provare il ricongiungimento. Andrea
Gourayev,
di padre ucraino e madre italiana, è un ex
professionista che ha militato l'anno scorso tra le file della
Amore & Vita. Alle porte di Cervia
è quindi Gourayev
che si appresta a transitare solo in vista dell'ultimo chilometro
ed è proprio qui a un km e 800 metri dal trionfo che
avviene quello che ogni ciclista non si augura nemmeno quando
nel suo pedalare non ambisce neanche a uno di quei traguardi
che i 3100 della Gran Fondo del Sale, si sono prefissati di
raggiungere. "Un colpo secco sui
pedali, un'occhiata smarrita alla catena che non risponde più
ai comandi delle gambe e dei pedali.... si è rotta la
catena". Sul rettilineo d'arrivo, alla notizia
che giunge da Radiocorsa, dal pubblico si innalza un boato di
sgomento. Le notizie si susseguono incerte e frammentarie e
solo li, a milleottocento metri dalla meta, l'italo-ucraino
si trova solo davanti alla ingiusta sconfitta. Ma un angelo
dal nome Pietro Tini di Ravenna
che stava concludendo il percorso corto con la sua Colnago C40
gli ha donato il lasciapassare per la vittoria contro la sfortuna
e Gourayev è giunto
meritatamente trionfante sul traguardo, ad un soffio dai suoi
inseguitori. "L'angelo Pietro"
giungeva poco dopo spinto da un amico, in sella della sfortunata
Pinarello del vincitore, il quale, commosso lo ha abbracciato
e ringraziato per il gesto di grande sportività.
Concludendo,
ad incorniciare questa splendida giornata vissuta in terra di
Romagna, ci piace ricordare questo episodio, come esempio per
tutti gli appassionati di questo meraviglioso sport, che non
ha nulla da spartire con le violenze che ogni domenica altri
"sportivi", vivono
sui campi di calcio.
Andrea
Magnani