CAMPIONATO
ITALIANO DI CICLOTURISMO PER SOCIETÁ
LA S.C. FAVARO VENETO CONQUISTA A BITONTO LO SCUDETTO TRICOLORE
di Michele Lugeri
Bitonto
(BA) 8 settembre 2002 -
"Siamo stati tutti bravi, sia chi è
venuto a correre solo una domenica, sia chi non s'è perso un raduno
quest'anno
e soprattutto un grazie alle bambine
"
Il discorso di ringraziamento del presidente, meccanico, corridore e grande
amico della S.C. Favaro Veneto, Silvano Pavan, si interrompe qui
tra le lacrime.
Pochissime parole, ma schiette, come suo solito.
Scappa, Silvano, dalla tavolata dei cinquantasette corridori che con lui
hanno trionfato sulle strade di Puglia
forse non vuole farsi vedere
con gli occhi rossi
ma la fuga viene interrotta subito dall'abbraccio
delle bambine Antonella, Sandra e Michela (non si può svelare la
loro età, però
) che riagguantano il fuggitivo e lo riportano
all'applauso dei "Favari".
Il
presidente Pavan ha finalmente guidato la squadra di Favaro alla
vittoria del Campionato Italiano di cicloturismo.
È una strana competizione che si articola su base provinciale, regionale
e nazionale: viene infatti premiata la capacità di aggregazione e
di amicizia delle squadre.
Non vincono gli sprinter, né il migliore scalatore, non servono neanche
i cronomen.
Ai raduni dei cicloturisti vince la squadra più numerosa, la famiglia
più grande. E anche se a Favaro Veneto, alle porte di Venezia,
sono ben centotrenta i tesserati FCI, non è certo facile coordinare
e coinvolgere ogni domenica da marzo a ottobre tanti corridori tutti insieme.
Portarne poi una sessantina in Puglia, a Bitonto, è un vero record.
Guai a credere che non ci sia agonismo in una manifestazione sportiva che non prevede un ordine d'arrivo individuale e dove per giunta si corre a velocità controllata in modo di partire ed arrivare tutti in gruppo: la concorrenza tra squadre venete e friulane, con l'inserimento di campani e abruzzesi, è accesissima e non sono esclusi colpi bassi e "passaggi" in camion
A
Favaro non interessano i trucchi, prima di tutto si va in bici, poi si vede
il risultato.
E finalmente è arrivato il successo dopo un dominio lungo sei anni
a livello di competizioni di medio fondo regionale e tre secondi posti consecutivi
nazionali.
Quest'anno nessuno è riuscito a tenere il passo dei biancoblu, ed
è finalmente scudetto.
L'avventura
di Bitonto, dove si è svolto il concentramento nazionale di novecento
corridori dai quindici agli ottantaquattro anni provenienti da ogni regione,
comincia all'alba di sabato: un pullmann raccoglie i corridori e li porta
verso sud.
Alcuni sono già in "fuga" e guidano il camion con le biciclette
degli atleti lungo l'autostrada adriatica tra vigne e olivi: il paesaggio
che ha marcato profondamente il week end tricolore.
È
sabato sera, piove.
La squadra si è compattata ed ha invaso il suo quartier generale:
l'istituto femminile "Maria Cristina di Savoia" si popola di borse,
caschetti, ruote. Giusto il tempo di visitare il centro storico di Bitonto
sotto l'ombrello, poi la cena, i canti degli alpini ed è già
ora di dormire e sognare lo scudetto.
Domenica
8, ore sei: le finestre senza scuri (povere educande
) ci svegliano
già.
Che effetto vedere tanti corridori in divisa da gara aggirarsi per gli infiniti
corridoi del collegio: dalle camerate esce un fiume in piena che scoppietta
coi ganci Shimano e Campagnolo sui marmi dei pavimenti. Tra un paio d'ore
si parte.
Bitonto
è ormai occupata dall'esercito pacifico dei ciclisti: il presidente
federale Ceruti può dare il via agli ottanta chilometri da
percorrere tutti insieme alla volta di Castel del Monte e ritorno.
Purtroppo la pioggia della notte ha causato danni alle strade attorno al
castello, costringendo gli organizzatori a limare il percorso.
Peccato, la residenza dell'imperatore Federico II non è stata toccata
dalle milleottocento ruote in gara, ma la sua presenza imponente ha dominato
l'orizzonte in ogni momento, accompagnando i corridori sui morbidi "mangia-e-bevi"
delle Murge baresi, terra generosa di olio, vino e mandorle.
Alla media di 24 km\h tutti i ciclisti portano la loro specialissima o la loro mountain bike all'arrivo: la festa è di tutti, per la S.C. Favaro Veneto la festa è un po' più bella. Il raduno è conquistato senza fatica, vinto con le sole armi della passione. Lo scudetto viaggia verso Venezia.
È rimasto solo il tempo per una rapida doccia e il pranzo finale: il pullmann ritorna a nord, la strada è lunga e a bordo si canterà senz'altro solo in pochi rimangono per la premiazione del raduno.
È
tempo di partire anche per il cronista di bikenews, che da solo ritorna
nella sua Roma dopo avere vissuto un fine settimana di sport e di amicizia
con i suoi compagni di squadra di Favaro Veneto che tanto bene lo
hanno accolto ed adottato quando era "emigrato" in riva alla laguna
Per lui ottanta chilometri nelle gambe, tarallucci pugliesi, fragolino del
Tagliamento
e uno scudetto sul petto.
Le
foto di Michele Lugeri
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La
società campione d'Italia 2002
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Bitonto
in provincia di Bari
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La
cartina del percorso
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Il
profilo del percorso
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La
cattedrale di Bitonto
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Antonella
Baldan alla partenza
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"L'arrotino
in bicicletta"
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La
fanfara dei Bersaglieri rende omaggio ai ciclisti
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Ciclisti
alla partenza
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La
partenza per le vie di Bitonto
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La
suggestiva partenza
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Vicoli
di Bitonto
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Verso
Castel del Monte
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La
provvidenziale spinta, in un momento di difficoltà
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L'istituto
femminile che ha ospitato i ciclisti
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Il
presidente Silvano Pavan
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Il
presidente della F.C.I. Ceruti
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La
premiazione
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Il
brindisi finale prima della partenza e l'arrivederci al prossimo anno
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