I campioni
del mondo che hanno parteciapato alla festa dei 100 anni della nascita di
Alfredo Binda (Vainsteins-Saronni-Basso-Adorni-Merckx-Altig-Van Looy-Darrigade-Kubler-Schotte
e Cipollini)
© Photo Bettini
Varese, 26 ottobre 2002 – Si è svolta oggi, sabato 26 ottobre, la manifestazione
organizzata in onore di Alfredo
Binda, il leggendario campione sportivo, vincitore di tre Campionati del Mondo
e di cinque Giri d’Italia, nell’anno del suo Centenario.
La mattinata a Villa Andrea di Ville
Ponti, ha visto lo svolgimento di una tavola rotonda dal tema “Il ciclismo ieri, oggi e domani”, cui
hanno partecipato numerose personalità e campioni di ieri e di oggi.
Riassumiamo di seguito gli interventi
più significativi:
Candido Cannavò: “Alfredo Binda conquista la prima maglia rosa al
Giro d’Italia nel 1931, nella frazione Milano-Mantova: pensate a quanto tempo
è passato da quel giorno. Il ciclismo è la storia vera del nostro Paese e Alfredo
Binda rappresenta la nostra storia. Dal passato al presente: oggi, in questa
giornata a lui dedicata, è qui presente anche Mario Cipollini, che è stata la
parte terminale di un capolavoro di squadra, fatto di spirito di sacrificio,
ma anche di gioia al recente Mondiale di Zolder. Ed è proprio in tale contesto
che vediamo l’armonia di un team, un costante impegno al culmine del quale spunta
Cipollini, testimone di un ciclismo travolto da un’ondata di successo improvviso.
Successo che dura proprio dai tempi di Binda, sinonimo di vittoria e gran classe”.
Fiorenzo Magni - Presidente Fondazione Museo del Ciclismo
“Ho conosciuto Binda nel 1939 ed ero
nella squadra azzurra insieme con lui. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto
e, nonostante la competizione, tra noi c’è sempre stato un profondo rispetto
reciproco. Binda ha saputo costruire con classe le sue vittorie al Tour de France:
era un uomo e un atleta imparziale, un personaggio con la battuta pronta sempre
al momento giusto e un campione sempre al di sopra della mischia. Per noi corridori,
quando Binda era commissario tecnico, rappresentava una garanzia. Il suo attaccamento
alla patria, alla sua Cittiglio e alla sua famiglia ci hanno trasmesso valori
che il mondo del ciclismo non può di certo sorvolare”.
Franco Ballerini – Commissario tecnico Nazionale
Prof
“Per me è difficile parlare di Binda,
ho visto i suoi filmati e mi sono semplicemente commosso. La sua personalità
e il suo carisma danno l’idea di una forza della natura. Era un uomo forte,
che riusciva a prevalere su tutto e tutti, non solo fisicamente, ma era anche
un uomo molto intelligente.
Per quanto riguarda la vittoria a Zolder,
l’immagine della finale ha lasciato trasparire che avevamo la situazione in
mano e Cipollini ha contribuito a creare una intesa perfetta con tutto il team
ecco sono felice di questo contributo oggi qui, fra tanti campioni, dove si
puo’ risentire parlare di un’Italia che vince con la sua maglia azzurra”.
Jean Marie Leblanc
– Tour de France
“Devo ammettere che il ciclismo francese
ha avuto dei problemi negli ultimi anni, soprattutto dal punto di vista comunicazione.
Voi italiani dovete essere fieri del vostro campione; ammiro Cipollini non solo
come atleta, ma anche come persona. Il ciclismo francese ha bisogno di puntare
sui giovani e per questo bisogna lavorare molto, puntando sul costante impegno
sia della Federazione nazionale che su quello degli organizzatori”.
Eddie Merckx: “Il ciclismo italiano mi ha lanciato come campione
internazionale. Per praticare questo sport non bastano solo il talento e la
passione, ci vuole anche tanta forza di volontà…è con il carattere e la serietà
che si diventa campioni”.
Mario Cipollini – Campione del Mondo 2002
“Binda è stato un grande campione e
di fronte alle sue imprese c’è solo da imparare. Sono felice di essere qui nella
giornata che lo celebra come uomo e come campione e spero che un uomo grande
come è stato lui sia d’esempio a tanti giovani”.
Daniele Nardello – Azzurro ai mondiali di Zolder:
“E’ indescrivibile l’emozione provata al Mondiale: non si può dire a parole;
mi è venuta la pelle d’oca quando Mario ha alzato le mani! Penso che questa
vittoria sia un esempio per i giovani, perché hanno potuto vedere come una squadra
lavora”.
Giancarlo Ceruti – Presidente della FCI:
“C’è un elemento importante del ciclismo di oggi e di domani: la gente deve
capire non solo le potenzialità, ma anche i problemi del ciclismo e del mondo
sportivo. Esistono due problemi: da un lato, un’indagine su un campione di 200
corridori juniores rivela che il 48% pratica il ciclismo perché ha un parente
corridore, il 34% perché degli amici hanno parenti corridori e solo il 2,5%
attraverso il messaggio formativo diffuso dalle scuole; dall’altro lato, bisogna
attuare delle strategie che promuovano il nostro sport a tutti i livelli, non
possiamo permetterci di godere del momento di gloria. Tali strategie impongono
anche delle scelte coraggiose, a volte si rischia perché non sempre arrivano
dei risultati immediati”.
Vittorio Adorni – Presidente del Consiglio Ciclistico
Professionistico Mondiale : “Sono molto legato a Binda. Il ciclismo di ieri
è il ciclismo della storia italiana e di tutto il mondo, che crea l’entusiasmo
della gente. Il ciclismo degli anni ’60 era basato sui grandi duelli, appassionava
la gente. Il ciclismo di oggi, invece, è sì un grande ciclismo (la gente ci
vede attraverso i media), ma è un ciclismo che può essere definito part-time;
si corre solo per alcuni obiettivi, non a 360 gradi e non si crea lo spirito
di rivalità necessario in questo sport. Mi auguro che il ciclismo del futuro
possa far rivivere i grandi duelli, dove è la sfida stessa che crea complicità”.
Alfredo Martini – Supervisore squadre azzurre:
“Avevo il batticuore quando ho visto Cipollini, come quando Binda nel ’40 mi
selezionò per la Monaco-Milano, divisa in 3 tappe. Ascoltare Binda (riservato,
preciso) era come per uno studente ascoltare un grande professore e io, da Binda,
ho imparato tanto. Grazie Alfredo!”.
Il
successo del Binda Day contagia anche la Mostra espositiva di Villa Recalcati,
Varese, in corso fino al 3 novembre.
Mercoledì 30 ottobre 2002
La prima
giornata di apertura si sono contati 400 visitatori, che hanno potuto ammirare,
tra le biciclette che hanno fatto la storia del ciclismo italiano, tre pezzi
inediti: è la prima volta infatti che la famiglia Bartali presta a
un museo la bici di "Gino" del Tour del '38 e quella del Tour del
'48, così come per la prima volta viene esposta la bici del Campionissimo
con la quale Coppi ha conquistato il record dell'ora del 1942.
La mostra è suddivisa in due settori, uno fotografico e un uno espositivo
di biciclette usate da grandi campioni per raggiungere i loro successi:
Alfredo Binda, Mondiale 1927
Learco Guerra, Mondiale 1931
Alfredo Binda, Mondiale 1932
Gino Bartali, Tour 1938
Fausto Coppi, record dell'ora 1942
Gino Bartali, Tour 1948
Fausto Coppi, Tour 1949
Fiorenzo Magni, Tour 1949
Gino Bartali, record dell'ora 1956
Vittorio Adorni, Mondiale 1968
Eddy Merckx, record dell'ora 1972
Felice Gimondi, Mondiale 1973
Beppe Saronni, Mondiale 1982
Francesco Moser, record ora 1984
Gianni Bugno, Mondiale 1992
MarioCipollini, Mondiale 2002.
Le biciclette sono state gentilmente concesse in prestito da Museo del Ghisallo,
Museo Binda di Cittiglio, Museo Guerra di Mantova, Ernesto Colnago, Filippo
Gnech della Emilio Bozzi (società fondatrice della Legnano), Bianchi.
Nella foto allegata: le biciclette del primo Mondiale (Binda, 1927) e dell'ultimo
(Cipollini, 2002) e quella del Mondiale di Binda del 1932.
La Mostra è allestita nei locali della Provincia, a Villa Recalcati
Dal 26 ottobre al 3 novembre 2002
Orari: feriale 15-18 festivi 10-12 / 15-18
Ingresso libero - info 0332.252256 www.provincia.va.it
Le
biciclette del primo Mondiale (Binda, 1927) e dell'ultimo (Cipollini, 2002)
e quella del Mondiale di Binda del 1932.