MARIO
AERTS SCOCCA LA FRECCIA VINCENTE
bis del fiammingo della Lotto-Adecco che
raccoglie l'eredità di Rik Verbrugghe nella classica
della Vallonia
di Michele Lugeri
Roma,
17/04/02
Solo
il calendario troppo fitto di appuntamenti ha relegato la Freccia
Vallone al di fuori del circuito della Coppa del Mondo.
Poco male, se si presta attenzione al fatto che nel ciclismo
le Grandi Classiche conservano comunque intatto il loro fascino.
Purtroppo, però, il regolamento UCI impone a tutte le
corse che non rientrino nella rassegna mondiale di abbandonare
buona parte del tracciato originario in modo di comprimere il
percorso attorno ai duecento chilometri.
Ma la magia della Freccia si racchiude tutta nei terribili mille
metri finali.
Sembra un controsenso: nel ciclismo dalle tirate a sessanta
chilometri l'ora c'è ancora spazio per una gara che si
decide quasi a passo d'uomo.
I migliori finisseurs si aggrappano sui pedali con tutti e ventitre
o venticinque (!) denti dei loro pignoni, tirano a sé
il manubrio, sperando di non impiantarsi al terreno.
Sono lontanissime le volate imperiali di SuperMario.
Un altro Mario, meno famoso ma non uno qualunque, il buon Mario
Aerts riesce a prendere in testa la curva più ripida
del muro di Huy e a fare la differenza. Ad una velocità
apparente di dieci chilometri l'ora.
Dietro di lui arrancano Unai Extebarria ed Andrea
Noé che rischia seriamente di fermarsi: cinque chilometri
orari per lui, sotto questa soglia si va meglio a piedi.
L'arrivo della Freccia Vallone è una cartina al
tornasole: non esistono bluff o tattiche, o ruote da "succhiare",
né conta nulla essere riparati dal vento.
La lotta è tra sé stessi e la pendenza del muro:
gli avversari e lo striscione d'arrivo servono solo per creare
la statistica della classifica.
Solo dopo l'arrivo, riaccesa la luce dopo il buio della fatica,
esplodono le emozioni: la gioia della vittoria in una grande
classica è per Aerts, sempre in testa nel fatidico
muro; stravolti per le onorevoli piazze d'onore giungono
Extebarria e Michele Bartoli. Poi, sgranati, Noé,
Axel Merckx e Azevedo vengono raggiunti dal gruppo
con Dario Frigo, che si riaffaccia in testa, precedendo
Rebellin, Casagrande, Boogerd, Freire
e tutti gli altri.
Anche stavolta i conti degli inseguitori sono stati resi vani
dalla durezza delle pendenze che portano al castello di Huy.
E non certo perché gli inseguitori si sono risparmiati
o allenati in vista della Liegi-Bastogne-Liegi.
La Freccia, proprio per la dimostrazione di forza che impongono
gli ultimi metri per poterla agguantare, brilla ancora di luce
propria anche così come adesso é
"Hors
catégorie"
@@@@@@@
Si
è corsa anche l'edizione femminile della Freccia
Vallone. La corsa è stata vinta da Fabiana
Luperini che ha bissato il successo dell'anno scorso.
Michele Lugeri
per BikeNews.it
|