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64ª
FRECCIA VALLONE
Anno
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Vincitore |
1936
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Demeersman |
1937
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Braeckeveldt |
1938
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Masson |
1939
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Delathouwer |
1941
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Grysolle |
1942
|
Thijs |
1943
|
Kint |
1944
|
Kint |
1945
|
Kint |
1946
|
Keteleer |
1947
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Sterckx |
1948
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Camellini
|
1949
|
Van
Steenbergen |
1950
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F.
Coppi
|
1951
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Kubler |
1952
|
Kubler |
1953
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Ockers |
1954
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Derycke |
1955
|
Ockers |
1956
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Van
Genechten |
1957
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Impanis |
1958
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Van
Steenbergen |
1959
|
Hoevenaars |
1960
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Cerami
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1961
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Vannitsen |
1962
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Dewolf |
1963
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Poulidor |
1964
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Desmet |
1965
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Poggiali
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1966
|
Dancelli
|
1967
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Merckx |
1968
|
Van
Looy |
1969
|
Huysmans |
1970
|
Merckx |
1971
|
De
Vlaeminck |
1972
|
Merckx |
1973
|
Dierickx |
1974
|
Verbeeck |
1975
|
Dierickx |
1976
|
Zoetemelk |
1977
|
Moser
|
1978
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Laurent |
1979
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Hinault |
1980
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Saronni
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1981
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Willems |
1982
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Beccia
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1983
|
Hinault |
1984
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Andersen |
1985
|
Criquielon |
1986
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Fignon |
1987
|
Leclercq |
1988
|
Golz |
1989
|
Criquielon |
1990
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Argentin
|
1991
|
Argentin
|
1992
|
Furlan
|
1993
|
Fondriest
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1994
|
Argentin
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1995
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Jalabert
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1996
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Armstrong
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1997
|
Jalabert |
1998
|
Hamburger |
1999
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Bartoli
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2000
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Casagrande
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2001
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Verbrugghe
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18-04-2001
- 65ª FRECCIA VALLONE
La
65ª edizione della Freccia Vallone,
è partita alle ore 11, da Place Charles II a Charleroi.
Al 71° e al 104° Km di gara, il gruppo ha affrontato il
Muro di Huy. L'arrivo, dopo 198 km
di corsa è situato al termine del 3° passaggio sul Muro
di Huy.
Vittoria
al belga Verbrugghe, Ivan Basso secondo a 5"
|
Rik
Verbrugghe taglia
solitario il traguardo in cima al Muro di Huy. Sullo
sfondo Ivan Basso, l'unico a resistere agli scatti
del belga, giungerà secondo dopo 5 secondi. ©
BettiniPhoto
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HUY,
18 aprile 2001
- Rik
Verbrugghe (Lotto Adecco) ha vinto
la 65ª Freccia Vallone,
andando all'attacco dal gruppo di 4 uomini in fuga, sull'ultima
ascesa al Muro di Huy, in vista del traguardo. L'unico a resistergli
è stato l'italiano della Fassa Bortolo
Ivan Basso
che è rimasto incollato alla ruota dello scatenato belga
sino ai 250 metri, quando Verbrugghe rialzandosi dalla sella,
è scattato ancora, questa volta staccando l'avversario. Il
26enne belga ha tagliato primo il traguardo con 5" di vantaggio
su Basso, con 12" sul tedesco Jaksche e 21"
sullo spagnolo Solaun, suoi compagni di fuga. Verbrugghe,
giunto alla sua 5ª stagione da professionista è il campione
nazionale a cronometro e questa è la sua prima grande vittoria.
Buona prova per la Fassa Bortolo che
con Casagrande e Frigo ha piazzato 3 uomini nei primi
10. Infine Davide Rebellin è arrivato 8° e Bartoli
11°.
Odine
d'arrivo:
1.
Rik Verbrugghe (Bel,Lotto),
198 km in 4h 50:03.
(media: 40,958 km/h)
2. Ivan Basso (Ita,Fassa
Bortolo) a 5".
3. Jorg Jaksche (Ger) a 12".
4. César Solaun (Spa) a 21".
5. David Etxebarria (Spa) s.t.
6. Francesco Casagrande (Ita) s.t.
7. Dario Frigo (Ita) s.t.
8. Davide Rebellin (Ita) s.t.
9. Michael Boogerd (Ola) s.t.
10. Peter Luttenberger (Aut) s.t.
11. Michele Bartoli (Ita) a 27".
L'approfondimento di MICHELE LUGERI |
Rik
Verbrugghe: la voglia di vincere
Roma
mercoledì 19 aprile -
Quest'anno la Freccia Vallone non
si è decisa sul terribile Muro finale. Per la prima volta
da quando quindici anni fa la cittadina di Huy è
stata scelta per ospitare l'arrivo di questa grande classica,
la corsa è terminata a trenta chilometri dall'arrivo.
Nel momento in cui Rik Verbrugghe, ventiseienne corridore
fiammingo della Lotto, ha raggiunto il gruppo di una decina
di fuggitivi - tra cui i giovani Basso e Paolini -
che aveva caratterizzato la corsa con un attacco di centocinquanta
chilometri.
In quel momento il belga ha blindato la corsa, scremato il gruppo
e congelato l'ordine d'arrivo.
Forse mai si è verificata una situazione del genere:
come fossero un quartetto d'inseguitori impazziti, Verbrugghe,
Basso, Jaksche, Solaun non si sono mai
schiodati dalle rispettive ruote dal trentesimo chilometro fino
all'ultimo dei centonovantotto milioni di millimetri di corsa.
Il corridore di casa non ha mai chiesto un cambio, arso da una
sete di vittoria che lo bruciava dallo scorso anno, secondo
arrivato dietro al nostro Francesco Casagrande.
Ivan Basso, sempre in scia, ha ceduto solo cinque metri
sul Muro di Huy. Esausti, Jaksche e Solaun hanno
resistito per un pelo al ritorno prepotente del gruppo.
Una vittoria spettacolare sostenuta da un volontà di
ferro, quella di Verbrugghe: esce dal gruppo scrollandosi
dalle spalle sia Dekker che Boogerd, sia Bartoli
che Bettini; raggiunge e trascina via tre superstiti
tra gli attaccanti e va a raccogliere il meritato trionfo sulle
rampe al 23% di Huy alla folle velocità di quattordici
chilometri orari, alla faccia della media record
.
Questa volta non si può affermare che ai fuggitivi sia
giovata l'indecisione del gruppo dei "capitani": i
calcoli sono stati sbagliati di pochi secondi, di pochi metri,
ma non per il solito eccessivo controllo reciproco dei corridori
più attesi. Chi era davanti è andato veramente
forte. E fa piacere vedere un Ivan Basso completamente
ripreso dai fastidi dello zigomo fratturato al
Giro del Mediterraneo ed un Luca Paolini affermato
a pieno titolo tra gli élite.
Non si sono nascosti neanche Bettini, Frigo, Savoldelli
e Casagrande. Un po' bizzoso invece Michele Bartoli.
Il campione italiano, come troppo spesso accade, scatta ma si
volta sempre alla ricerca di qualcuno che gli dia una mano.
Non può certo prendersela, come spesso fa, con gli uomini
che legittimamente lo marcano se hanno dei compagni in fuga.
Non bisogna neanche rimproverare Verbrugghe per essersene
andato da solo. Anche Michele è in grado di compiere
imprese e senza l'aiuto di nessuno.
@@@@@@@
Si
è corsa ieri anche l'edizione femminile della Freccia
Vallone. Nel completo anonimato
delle cronache. E dire che la corsa è stata vinta da
Fabiana Luperini. Pazienza, finché la televisione
ignora le avvincenti corse delle ragazze e i telecronisti parlano
di "Sanremo-in-gonnella"
e di "pantanina"
a nulla valgono le medaglie e le lacrime d'oro di Antonella
Bellutti e Paola Pezzo; o la maglia iridata di Alessandra
Cappellotto, ultimo successo su strada tra gli adulti; o
gli storici successi della stessa Fabiana al
Giro e al Tour. E se andiamo
a fare una valutazione delle vittorie della toscana, e quanto
hanno significato nella storia del ciclismo, forse dovremmo
parlare di "luperino"
invece che della"pantanina"
Intanto un caloroso augurio di buon lavoro alla schermitrice
d'oro Diana Bianchedi, vice presidente del CONI.
Michele Lugeri
per BikeNews.it
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