ANTONIO
SALUTINI D.S.:
In
che condizioni arriva la squadra al Giro delle Fiandre?
Le condizioni proibitive incontrate alla Tre Giorni di La
Panne ci hanno un po scombussolato i piani, ma rimango
ugualmente fiducioso. Cipollini è in forma, lo
ha dimostrato alla Sanremo e confermato pedalando bene
al Criterium International. Conte è ancora
supportato dalla condizione che ha mostrato alla Tirreno-Adriatico
ed alla Sanremo. Celestino non ha trovato lacuto
sperato alla Sanremo e non è
andato come si aspettava nella Settimana Coppi e Bartali,
ma è in ottima forma ed è sostenuto, come sempre,
da una determinazione invidiabile. Sacchi è reduce
da un infortunio patito nella prima tappa della Tre Giorni
di La Panne, ma conto sul suo totale recupero. Su Pieri
cè poco da dire: è la sua corsa, è
in ottime condizioni fisiche, è convinto
La
Saeco Macchine per Caffè è in testa alla classifica
di Coppa del Mondo per Squadre e la sua ammiraglia sarà
la prima alle spalle dei corridori: un bel vantaggio in una
gara come il Giro delle Fiandre
Il Giro delle Fiandre è una di quelle corse in
cui lassistenza ai corridori riveste unimportanza
fondamentale: avere la possibilità di raggiungerli repentinamente
in caso di necessità rappresenta un vantaggio innegabile
anche dal punto di vista psicologico. Cè anche
da sottolineare come in passato la nostra squadra raramente
si sia esaltata in Coppa del Mondo: questa leadership può
rappresentare uno stimolo per tutti.
Celestino
è al via solo per racimolare punti in Coppa del Mondo
o pensa abbia qualche chance di ben figurare?
Mirko ha fatto questa corsa una sola volta, concludendola
nel gruppo di testa. E affascinato dal Giro delle Fiandre
ed ha tutti i mezzi per correrlo da protagonista. Sarà
tuttaltro che una comparsa, ne sono certo.
MARIO
CIPOLLINI:
Alle
tue ultime esperienze in Belgio avevi dichiarato di non amare
troppo correre da quelle parti. Nei tuoi programmi di inizio
stagione non cera traccia di Fiandre e Gand-Wevelgem.
Come mai questo ripensamento?
A dire il vero già al momento di fare i programmi stagionali
ci avevo fatto un pensierino. Poi, considerati i frutti che
il lavoro svolto durante linverno ha dato in termini di
condizione e doti di fondo, unitamente ad una Sanremo che mi
ha visto lottare ad altissimi livelli, mi sono persuaso a tornare
per lultima volta a lottare in due corse difficili ed
affascinati quali il Giro delle Fiandre e la Gand-Wevelgem.
Ci tengo moltissimo a salutare in maniera degna il pubblico
belga, riconoscendogli tutto laffetto ed il sostegno che
mi ha dato sin da quando, dieci anni fa, venni a correre da
queste parti per la prima volta.
A
metà degli anni novanta ti schieravi al via del Fiandre
con la convinzione di poterlo vincere. Sei ancora di questidea?
In ogni gara sono abituato a dare il massimo, con la convinzione
di poter fare risultato. Lemozione di essere davanti alla
Sanremo a lottare per il successo finale, a sfiorarlo
per un soffio, è stata immensa e mi ha restituito quella
passione che forse si era un tantino assopita. Ho ancora voglia
di correre alla grande, di lottare su ogni metro di asfalto
di ogni gara alla quale prendo parte, figuriamoci al Giro
delle Fiandre!
La
Sanremo ti ha lasciato, in proporzione, più rimpianti
o stimoli?
Degli stimoli abbiamo parlato, ma ho anche una grande rabbia
in corpo. Mi sento come un Vulcano che è sullorlo
di uneruzione. Per ora sto sfogando questo mio sentimento
sui pedali in allenamento, spero di poterlo fare a dovere anche
in gara.
Chi
è secondo te il favorito numero uno della corsa?
Ho seguito levolversi della Tre Giorni di La Panne
sui giornali e sono dellopinione che più di qualcuno
si stia nascondendo. Cè gente che conosco come
le mie tasche, corridori con i quali ho diviso la stanza dalbergo,
so di non sbagliarmi: Tchmil, Ballerini, Museeuw, anche
se possono sembrare non al meglio, domenica saranno lì
a giocarsela fino in fondo, dando il 110%. Durante la Tirreno-Adriatico,
in quanti avrebbero scommesso una lira su un Cipollini competitivo
come quello che si è visto alla Sanremo? Solo
quelli che lo conoscevano fino in fondo
e io Ballerini
e co. li conosco fin troppo bene
DARIO PIERI
Quante
volte hai ripensato alle fasi finali del Giro delle Fiandre
2000?
Spesso e volentieri
anzi, a dire il vero, un anno intero!
Ogni volta che ad una corsa incrociavo lo sguardo di un protagonista
di quel Fiandre, mi tornava alla mente una fase
di quella giornata e spesso, nelle battute con gli altri corridori,
la conversazione cadeva proprio su quellultimo chilometro.
Ma non me ne sono fatto un ossessione, non lho mai sognato
di notte: è rimasta in me la consapevolezza di essere
in grado di compiere la grande impresa che quel giorno ho solo
sfiorato.
Nella
prima tappa della Tre Giorni di La Panne hai fatto un
po di prove generali sul pavè, il giorno dopo ti
sei ritirato. Qual è il bilancio della marcia di avvicinamento
alla corsa di domani?
Senza dubbio positivo. Martedì ho avuto la conferma che
il mio grande feeling con il pavè è immutato e
anche il giorno successivo, fino a quando sono rimasto in corsa,
le cose sono andate abbastanza bene. Poi qualcosa non è
andata bel giusto verso, ma non mi allarmo.
Sei
unanimemente ritenuto uno specialista del pavè: a cosa
pensi sia dovuta questa tua predisposizione alle classiche fiamminghe?
Sicuramente ho delle doti innate: dalla prima volta che ho percorso
queste strade mi sono reso conto di avere la capacità
di affrontarle con estrema naturalezza. Queste doti le ho poi
affinate con lesperienza: è il quinto anno che
vengo a correre su queste strade... queste pietre comincio a
conoscerle molto bene, quasi una ad una.
Questanno,
a sentire i tuoi tecnici, ma soprattutto a giudicare da come
hai corso sinora arrivi più in forma rispetto alla passata
stagione, ti consideri tra i favoriti?
E vero, sono molto avanti nella condizione, ma questo
in corse come il Fiandre può significare poco. Essere
più in forma rispetto alla passata stagione non vuol
dire automaticamente che essere in grado di ripetere o magari
migliorare quanto fatto dodici mesi orsono: sono troppi gli
imprevisti e le differenti situazioni di corsa che si possono
presentare in una gara anomala come il Fiandre. Se dovessi accostare
una parola al mio nome, non sarebbe favorito. Diciamo
che scriverei
Pieri: presente!
Ci
sarà anche Cipollini in gara. Mario non ha nascosto
a suo tempo di essere particolarmente affascinato dal Fiandre,
e non è certo un corridore abituato a correre solo per
fare presenza. Ti turba in qualche modo che la tua squadra lo
schieri al via?
Turbarsi per la presenza di un grande campione in squadra è
da sciocchi! Penso che la qualità paghi sempre: sappiamo
come comportarci e saremo in grado interpretare la corsa nel
migliore dei modi, per il bene comune della squadra.
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