Maastrich
(Olanda) 28 aprile 2001
La 36ª edizione della classica olandese, si è corsa
all'insegna del grande spettacolo messo in scena da un regista
degno di questo nome. Dopo avere vinto due Oscar nel Tour de
France 1999 e 2000, Lance Armstrong da Austin, Stati
Uniti d'America, ha saggiato qui in Olanda il suo stato di forma,
come fece un anno fa in vista della Grande Boucle, quando arrivò
2° dietro a Boogerd. Dopo una corsa tiratissima inumidita
dalla pioggia e sferzata dal vento, caratterizzata da una lunga
fuga di 13 uomini fra i quali spiccavano i nomi di Tchmill
e Bettini, che per 200 km ha costretto il gruppo
guidato dalla Rabobank a tirare per chiudere l'abisso di quasi
9 minuti di ritardo, il fuoriclasse della Us Postal Service
ha ancora stupito e reso la corsa interessante grazie all'occasione
che Markus Zberg, gli ha servito su un piatto
d'argento. Il campione nazionale svizzero, favorito della corsa,
essendo l'odierno capitano della squadra di casa, la Rabobank,
ha regalato il classico buco, a favore di Lance Armstrong
che dopo il cambio gli era passato davanti. Se scrivessimo
di calcio azzarderemmo il termine autogol per descrivere la
disattenzione di Zberg, ma tant'è che lo statunitense
accortosi della gaffe del difensore di turno, si è lanciato
verso la porta ad insaccare il pallone nella rete, in una cronometro
personale alla quale si sono aggregati prima lo straordinario
Eddy Mazzoleni della Tacconi-Caldirola ed in seguito
il più sveglio dei corridori olandesi, quel Dekker
che l'anno passato centrò ben tre tappe al Tour de
France e che partito dal gruppo degli inseguitori, è
letteralmente volato sopra l'asfalto, raggiungendo i due fuggitivi
e instaurando subito con Armstrong un sincero rapporto
di collaborazione. Mentre dietro rimanevano ad inseguire, con
i muscoli ormai in riserva di energie, Van Petegem, Museeuw,
Boogerd, Lotz , e un ringalluzzito Bartoli che
oggi nonostante alla partenza non fosse nelle migliori condizioni,
causa la mononucleosi che lo ha rallentato nelle altre classiche
del nord e che i medici Mapei non sono ancora riusciti a debellare,
si e' fatto vedere attivissimo davanti, anche se sul Kautenberg,
terzultima delle 26 salite affrontate, ha patito le pene dell'inferno
per rimanere alla ruota del suo gruppo. Davanti intanto, sempre
sulle rampe al 20% di pendenza del Kautenberg, Mazzoleni
cedeva allo scatto di Armstrong che in salita fa ormai
più impressione del Pirata e rimaneva a fare da elastico
fra i due battistrada e il gruppo, fino a quando a 3 km dall'arrivo
è stato assorbito dal gruppo (concluderà poi in
11ª posizione). Poi è nato un giallo in corsa, anzi
un arancio, dai colori delle maglie degli uomini Rabobank
che volevano portare avanti gli interessi di rivincita di
Markus Zberg, ma che si sono visti rovinare i piani strategici
dal rosso "Olandese Volante", il quale facendo
la sua personale rivoluzione si e' opposto al volere di Theo
de Rooij che dall'ammiraglia aveva impartito più
volte e platealmente precisi ordini. Ma giustamente sono prevalsi
gli interessi di Dekker; e per fortuna: fermarlo avrebbe
sfalsato l'esito della corsa, probabilmente Armstrong sarebbe
arrivato da solo e in caso di un finale a ranghi compatti, il
rossocrociato se la sarebbe vista con un velocissimo Van
Petegem il quale quest'anno, ha già fatto incetta
di traguardi allo sprint. L'ultimo chilometro è stato
poi il più avvincente, una vera storia nella storia,
con i due atleti che emulando l'arrivo a Friburgo della 18ª
tappa del Tour 2000, nella quale Totò Commesso, vinse
dopo una lunga surplace ingaggiata con il kazako Vinokurow,
hanno anch'essi intrapreso un duello a suon di semi-surplace
e occhiate di controllo, con Armstrong nella posizione
migliore per sorprendere l'olandese, cioè la seconda
. Ed invece è stato Dekker il primo a scattare
con Armstrong a ruota, il quale si è lanciato
nella volata ma senza riuscire nella rimonta, arrendendosi solamente
ai 20 metri quando si è seduto consegnando la vittoria
al coraggioso olandese.
Armstrong può ancora pazientare, in attesa di
alzare le braccia al cielo, verso chi lo ha graziato due anni
fa dal cancro, mentre per Dekker la salvezza da una probabile
incrinatura nei rapporti con la sua squadra si è avuta
oggi a Maastrich
grazie
alla sua vittoria. Nella poesia che circonda questo sport unico,
vicino alla gente comune e intriso di storie di vita, mi piace
immaginare che l'americano in cuor suo, da signore e stratega
dei pedali, quale è, non abbia cercato a tutti i costi
la vittoria, riuscendo così ad esaltare il meritato e
splendido trionfo del compagno d'avventura e facendosi così
un nuovo alleato per la corsa "In Giallo".
Andrea
Magnani
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